Lavoro dipendente o autonomo?

Come tutte le persone over 40 che hanno sempre lavorato da dipendenti e mai da imprenditori o da autonomi, il pensiero di mettersi in proprio e aprire una mia attività mi ha sfiorato piu' volte negli ultimi anni.
Ho valutato diverse opzioni, dal mettere a frutto la mia esperienza in ambito tecnico e manageriale come consulente freelancer, all'aprire un business in settori completamente diversi come il turismo, la ristorazione (da buon Italiano è una tara che mi porto dentro), i giochi per smartphone... ho creato i business case, mi sono divertito a riempire file excel valutando mercati potenziali, modelli di vendita e modelli di pricing, ma non ho mai fatto il grande passo. Perchè?
La paura di abbandonare una strada conosciuta, certo, ma non solo. Infatti la vera domanda da farsi è:

Cosa rende un dipendente infelice di essere un dipendente? 



L'analisi della risposta potrà chiarire il perchè io, ma anche una persona qualunque che sia lavoratore dipendente, non faccia il grande passo.
Credo che alcune delle cause di insoddisfazione di un dipendente siano le seguenti:

1. Il rifiuto della gerarchia aziendale - 
Quante volte capita che le nostre idee su una scelta aziendale, tattica o strategica che sia, non corrispondano con la direzione intrapresa dal senior management? 
Qui ci sono almeno quattro temi che dipendono da ciascun individuo: 
il primo riguarda la possibile mancanza di fiducia nelle capacità e nell' operato del senior management; il secondo riguarda l'orgoglio che ciascuno di noi nutre per le proprie opinioni, e che a volte può essere molto ingombrante; 
il terzo riguarda l'indisponibilità a sottostare ad un capo che indichi cosa debba essere fatto, ed in che tempi, e questo indipendentemente dal fatto che il capo sia un buon capo o, come vedremo sotto, un capo "difficile". Il quarto è il rifiuto per  il gioco politico, insito nelle dinamiche di ciascuna azienda.

2. Un capo "difficile" 
Tutti sappiamo che avere un buon capo è motivo di motivazione a fare più di quanto richiesto, così da compiacerlo. Ma che significa avere un capo "difficile", tanto da spingere un dipendente a cambiare? Al netto degli attriti personali che possono capitare con chiunque e possono non essere affatto correlati con i risultati del lavoro di ciascuno, un capo difficile puo' essere un capo poco propenso all' ascolto, il che porterebbe il dipendente a sentirsi irrilevante nel team. O un capo che non riesce a dare chiare priorità, problema che aumenta lo stress nel dipendente soprattutto nei periodi di grande carico lavorativo. O ancora, un capo che non riesce a valorizzare il lavoro del dipendente, o un capo che non riesce a distribuire in modo omogeneo il carico di lavoro tra i suoi. O infine un capo dedito al micromanagement, che denota quindi scarsa fiducia nell' operato dei suoi.

3. Un lavoro noioso - 
La ripetitività delle attività lavorative, la voglia di misurarsi con qualcosa di nuovo, la sensazione di decrescere, invece di crescere professionalmente, sono tutti motivi che spingono un dipendente a buttare il cuore oltre l'ostacolo, prendersi un rischio e iniziare una attività imprenditoriale.

4. La sensazione di non fare la differenza per l'azienda - 
Se anche il lavoro non è noioso, ma viene percepito come di importanza marginale per l'azienda, il dipendente si sentirà costantemente a rischio di perdere il lavoro alla prima crisi o contrazione dei profitti. Perchè aspettare allora?

Dall' analisi dei punti sopra allora mi accorgo che nel mio caso specifico, non ho mai avuto alcun problema ad accettare la gerarchia aziendale, non ho incontrato capi particolarmente "difficili", anche se ho avuto qualche motivo di insoddisfazione come tutti, ma ho anche avuto capi illuminati, con i quali è stato un piacere ricevere obiettivi chiari e priorità chiare da raggiungere in tempi prestabiliti. Il lavoro che ho svolto per mia fortuna non è mai stato noioso, e ho anche cambiato molte attività durante la mia carriera lavorativa, spesso lavorando in progetti strategici per l'azienda per cui lavoravo.

Non sto escludendo che possa capitare in futuro, ma al momento, e per come sono fatto io, e finchè riesco a mettere in prospettiva le cose e dare il meglio di me per l'azienda per cui lavoro la pelle da dipendente mi sta ancora bene.

E voi? Siete dipendenti felici, insoddisfatti o avete già fatto il passo per l'indipendenza professionale?


4 commenti:

  1. Ti lascio una visione personale: credo che non esista una differenza così netta tra essere dipendente subendo un capo difficile ed essere autonomo e sottostare alle esigenze di clienti altrettanto difficili a cui non puoi rinunciare oppure ad esigenze di mercato lontane dalla propria etica. Sarebbe interessante sentire l'opinione di chi ha avuto un ruolo di alto livello come autonomo per capire se ogni tanto sognasse di essere solo una matricola dell'ufficio bustarelle. I comuni mortali devono arrivare comunque a compromessi spesso indigesti. E sperare di arrivare alla pensione e alla casa vista mare che tutti pensiamo di meritare. 😂

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    1. Molto vero, un capo c’è sempre. Ma da dipensente, sognando l’autonomia, im genere non ne sei molto conscio. Grazie del commento!

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  2. Scrivo dallo Studio alle ORE 01:36 e tornerò a casa alle 04.00 per ritornare in ufficio dopo le 09:00...dimenticavo...commercialista...nulla di strano di questi tempi. Mi chiedi cosa ho scelto? la libertà a 31 anni e me la pago giorno per giorno, questa è la mia natura. Mi considero calmo e disponibile, ma se un cliente non mi offre il giusto rispetto, lo liquido (non ho prezzo). Cosa particolare, ho scelto il medesimo tenore di vita dei miei primi 10 anni da dipendente. Credo profondamente che la libertà dai debiti, sia la vera libertà.
    Essere autonomi oppure dipendenti flessibili, disposti anche a cambiare azienda anche ogni 5 anni, poi non cambi tanto. L'importante è che siano gli altri ad avere bisogno di te e che, a parte per gli immobili, si evitino i debiti.
    E guai le società, se non si è tutti adulti, vaccinati e benestanti. Poi l'idea di dover rispondere degli ultimi 5/8 anni...se non sei un po' incoscente, lascia perdere...
    Tutto il resto è positivo.

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