Vacanze cancellate ai tempi del Covid

Mi ero ripromesso di non farlo.

Ci ho creduto, ho resistito per 5 mesi, davvero. 

Ma ora no, non posso più tacere. Devo scrivere qualcosa che riguarda il Covid-19, qui sul Blog.

Non nel merito, intendiamoci. Siamo già bombardati quotidianamente da informazione di taglio misto, medico, biologico, statistico, geografico, politico, complottista, anche mischiati assieme, in ogni gradazione di scientificità possibile, che l'idea di aggiungere qualcosa dal basso della mia impreparazione sull'argomento non avrebbe proprio senso.

No, il tema sono le vacanze. D'altra parte Agosto è finito, al momento in cui scrivo, e con esso una delle estati più strane di cui io abbia memoria.




Con tutte le cautele possibili, dopo i tristi eventi di Marzo e Aprile, le misure restrittive imposte in Italia, così come in molti altri stati, sono andate via via alleggerendosi, permettendo agli operatori del settore turistico e ai suoi clienti, un po' di respiro e un po' di rientro ad una sana normalità estiva, certo con tutte le precauzioni del caso: distanze, mascherine, sanificatori.

Ed era con un timido ottimismo che anche io, assieme ad alcuni amici e parenti, avevamo pensato di fare una bella vacanza a vela, nella fattispecie una settimanella in Croazia, veleggiando tra Lussino e Isola Lunga in una delle tratte di mare più belle per chi ama il campeggio nautico.



Una volta individuata la zona di navigazione eravamo partiti con la ricerca della barca e dei traghetti per raggiungere Lussino da Pesaro.

Poi avevamo raccolto informazioni sulle pratiche aggiuntive da rispettare in terra straniera a causa della situazione sanitaria.

Nell'incertezza generale di questa estate strana, avevamo anche deciso di stipulare un'assicurazione che coprisse sia le spese di abbattimento della franchigia, che quelle di cancellazione del viaggio; di sicuro non ce lo saremmo mai augurati, ma sempre meglio essere previdenti!

Infine avevamo iniziato a pensare all'itinerario, alle soste, alle rade, alle sere in porto e alle cene di pesce che ci attendevano...



Al passare dei giorni e all'avvicinarsi della data prevista per la partenza, il numero dei contagi aumentava di giorno in giorno, specie per i "turisti di rientro" da Grecia, Spagna e Croazia. Così il governo italiano ha deciso di imporre misure restrittive per chi rientrasse da queste destinazioni festaiole, con obbligo di tampone e isolamento fiduciario, entro 48 ore dal rientro in Italia.

Brivido.

Riusciremo a partire? Dovremo fare l'isolamento, pur essendo residenti all'estero? E chi pagherà per il tampone, visto che non siamo coperti dal SSN? Tutte domande che si erano prese prepotentemente la prima fila tra i pensieri del mio lobo frontale. Le giro all'ente competente delle Marche.

La doccia fredda arriva il 16 Agosto, a soli 6 giorni dalla partenza prevista e prima di ricevere risposte dal SSN: il traghetto di rientro da Lussino a Pesaro viene cancellato. 



Infatti, viste le restrizioni imposte, molti turisti hanno deciso di cancellare il loro viaggio, e l'operatore non ha potuto mantenere attivo il servizio.

Siamo così andati a parlare di persona con l'agenzia che opera i traghetti per Lussino, per capire se ci fossero altre opzioni: l'idea di dover rinunciare ad una settimana di mare a vela dopo averla attesa per tanto tempo, desiderata, sognata e pianificata, era proprio dura da digerire.

Ma per tornare da Lussino, isola splendida della Croazia, non ci sono molte opzioni, anzi! Avremmo dovuto valutare un viaggio avventura passando via terra per la Slovenia, con tutti i rischi dell' attraversare una seconda frontiera in tempi di pandemia, oppure arrivare fino a Spalato per prendere un volo verso l'Italia, e da lì un treno per Pesaro. Tutte opzioni non percorribili, con 2 bimbi nel gruppo, e con il poco tempo tra la fine prevista del viaggio e la fine delle ferie.

Ecco quindi che ciò che temevamo si è avverato: abbiamo dovuto annullare l'intero viaggio.

Spero non siate tra quelli che pensano "ben vi sta, così imparate a fare le vacanze in Italia"! Anche perché una settimana di vacanza in Italia ce la eravamo fatta, e se si vuole andare a vela, e si è vincolati all'Adriatico centrale, come nel nostro caso, le opzioni non sono moltissime... inoltre quest'anno la vacanza in barca è stata percepita come la vacanza perfetta in tempo di pandemia per via dell'autoisolamento che questo tipo di vacanza permette e pertanto la disponibilità di barche disponibili in Italia era molto bassa.

Ad oggi stiamo ancora cercando di capire come ricevere i rimborsi e in che tempi; aggiornerò questo post con le informazioni che avrò, mano a mano che ne ricevo.


Paniere Sicurezza: il ruolo della casa di proprietà - il caso Italiano



In un precedente post abbiamo parlato dei panieri sicurezza e crescita e li abbiamo definiti sulla base del rischio e del guadagno a cui espongono l'investitore:

  1. investimenti immobiliari
  2. bond e titoli di stato 
  3. contante in valuta locale o in valuta rifugio (es. dollaro americano o franco svizzero) 
  4. oro
  5. ogni altro investimento a rischio nullo o quasi 

Nel paniere sicurezza abbiamo considerato anche la casa di proprietà, tuttavia questo è un tema piuttosto divisivo all'interno della comunità FIRE, quando si parla della casa in cui si abita.

Una parte di investitori che abbracciano il movimento FIRE ritiene di usare principalmente bond /obbligazioni come paniere sicuro.
Questi strumenti sono sicuramente validi e abbastanza sicuri, e usare uno o entrambi ha l'indubbio beneficio di rendere la gestione del paniere più semplice.

Un investitore italiano tuttavia ha probabilmente una "tara genetica" derivante dal fatto che da generazioni si sente ripetere quanto sia importante risparmiare per poter acquistare casa, percepisce il pagamento dell'affitto come uno spreco di denaro e la solidità del mattone come il bene rifugio per eccellenza. 
Le pesanti flessioni del mercato immobiliare dopo il 2009 tuttavia hanno mostrato che anche questo mercato può subire colpi duri. 
Dovremmo quindi escludere l'acquisto della casa in cui si vive come investimento del paniere sicurezza?

La risposta è NI.

Ci sono infatti buone argomentazioni a favore del NO e altrettante a favore del SI; vediamone alcune.



Perché investire sulla casa
Come sa bene chi ha subito uno sfratto, l'abitare in un posto che può essere considerato un nido stabile e dal quale non si può essere cacciati ha indubbiamente dei benefici a livello psicologico, che senz'altro influiscono sulla qualità della vita anche durante le fasi di risparmio per il raggiungimento della tanto agognata indipendenza finanziaria. A questo si aggiunga che l'acquisto della casa in cui si vive porta a
  • Forte motivazione al risparmio - infatti il dover pagare un mutuo forza l'investitore anche inesperto a dover risparmiare secondo quanto pianificato
  • Mantenimento del valore investito - al netto di grosse svalutazioni del mercato. 
  • Capitale incrementato alla fine del mutuo
  • Possibilità di ridurre i costi del vivere e così il tempo necessario per la FI

Bene. Vediamo ora il


Perché non investire sulla casa
Come sostenuto da Robert Kyosaki già dal suo "Padre ricco, padre povero", investire nella casa di proprietà in cui si vive sarebbe un errore finanziario poiché comporta:
  • l'immobilizzazione di un ingente capitale, 
  • l'accollamento di un debito pluriennale su cui gravano interessi,
  • l'accollamento di costi di manutenzione e ripristino, 
  • l'accollamento delle tasse di proprietà, 
  • l'accollamento di un costo opportunità legato al fatto che il capitale iniziale non può più essere investito altrove.
al contrario dell'acquisto della casa in cui abitare, Kyosaki è molto favorevole all'acquisto oculato di beni immobiliari da mettere a reddito con l'affitto, su questo tema vedremo in un futuro post quali sono le regole per essere "oculati".
Alle problematiche espresse sopra aggiungiamo
  • rischio di mercato non bassissimo
  • tempi lunghi o costi aggiuntivi per uscire dall'investimento.

Per capire da quale lato dei due approcci penda l'ago della bilancia che guiderà la scelta di un oculato investitore, facciamo un paio di esempi.


Mario e Laura, stessi obiettivi, strategie diverse

Si considerino Mario e Laura, entrambi all'inseguimento dell'indipendenza finanziaria. Entrambi vivono nello stesso stabile in appartamenti identici allo stesso piano, ma Mario ha deciso di comperare l'appartamento, mentre Laura ha deciso di viverci in affitto. 
Ipotizziamo che Mario abbia sostenuto un investimento iniziale di 50 mila euro, e abbia acceso un mutuo da 100 mila euro al tasso fisso dell'uno percento per 15 anni. Il calcolatore di mutui, in questa condizione fornisce una rata del mutuo di 598 euro. Supponiamo per semplicità che anche l'affitto pagato da Laura sia di 598 euro al mese.
Se consideriamo anche i costi di notaio per Mario, avremo che le condizioni iniziali dei nostri amici saranno:

Costi iniziali



Dal punto di vista dei costi operativi, anche se il canone mensile è lo stesso, per il solo fatto di aver acquistato, Mario avrà dei costi aggiuntivi, principalmente legati alle tasse di proprietà, diciamo 1000 euro all'anno, e al costo di manutenzione, diciamo un 2% del valore della casa all'anno. 


Costi operativi:

Costi operativi per i primi 15 anni e oltre



Laura spende complessivamente meno, ed avrà a disposizione una piccola somma annuale da poter investire per beneficiare dell'interesse composto.

D'altro canto con il suo pagamento mensile Mario effettua sia un investimento, che il pagamento di un costo operativo, mentre Laura si occupa solo del pagamento del costo operativo, motivo per cui dovrà volontariamente investire la differenza. 

Nei primi 15 anni di operatività quindi avremo un costo complessivo superiore per Mario (11.176 euro annui) e inferiore per Laura (7.176 euro annui), 

Così Laura avrebbe a disposizione 4.000 euro all'anno da investire come meglio crede, mentre a partire dal sedicesimo anno e per tutti gli anni successivi, Mario avrebbe un esborso minore, avendo ripagato il mutuo nella sua interezza (4.000 euro contro i 7.176 euro di Laura) e può investire la differenza come meglio crede.

Vediamo come questo impatta il capitale dei nostri due amici, ipotizzando che l'interesse dell'investimento annuo medio sia 4%, 6,57% rispettivamente.
Come si vede dalle tabelle riportate
  • Nel caso in cui l'interesse annuo fosse al 4% (valore caro agli amici del FIRE), l'investimento di Laura crescerà più rapidamente si quello di Mario nei primi 15 anni, ma appena il mutuo di Mario fosse estinto, il suo investimento recupererebbe il gap e dopo altri 15 anni il suo capitale sarebbe superiore di circa 40 mila euro: 

  • Nel caso in cui l'interesse annuo fosse al 6,57% , per i primi 15 anni l'investimento di Laura crescerà più rapidamente mentre quello di Mario recupererà nei successivi 15 anni per attestarsi allo stesso valore allo scadere del secondo periodo di 15 anni:


Si intuisce quindi che al crescere dell'interesse medio, la scelta di stare in affitto si rivelerebbe vincente, permettendo un capitale superiore dopo 15 e 30 anni.
Ovviamente questo esempio non tiene in considerazioni l'aumento del costo della vita, che si rifletterebbe sull'aumento dell'affitto, ma non sul mutuo a tasso fisso; e non tiene conto della rivalutazione del valore dell'immobile dopo 15 e 30 anni.
Quindi, al netto delle premesse e dei vincoli ipotizzati in questo esempio, è evidente che l'acquisto della casa in cui si vive sia un buon veicolo di investimento nel paniere sicurezza.

Se invece stiamo parlando di acquisto di case da mettere in affitto, allora è un buon veicolo di investimento da paniere sicurezza, a condizione che l'affitto annuo che si può chiedere sia almeno il 4% (ancora!) del costo dell' immobile. Questa condizione è normalmente facilmente ottenibile se si acquista l'immobile seguendo le 3 regole d'oro dell'investimento immobiliare: primo: la posizione, secondo: la posizione, terzo: la posizione!

E' chiaro che all'aumentare del costo dei mutui, al diminuire dei costi dell'affitto, e in previsione di una svalutazione del mercato immobiliare, questa conclusione possa essere ribaltata. 

A mio personalissimo modo di vedere, è una scelta che dipende anche da quanto si è giovani; in gioventù si è più aperti a trovare soluzioni per ridurre i costi dell' abitare in affitto, come la condivisione, e si è più propensi verso forme di investimento aggressive, remunerative e rischiose.
Infatti uno degli aspetti che penalizza la scelta dell'acquisto è il fatto che, poiché in genere l'ammontare iniziale investito non è basso, e poiché il costo del mutuo rappresenta normalmente una percentuale significativa delle entrate (le banche considerano che un potenziale cliente di mutuo possa contribuire alla rata per il 30% delle suo salario) questo tipo di investimento imbriglia ad avere panieri molto sbilanciati per lungo tempo, verso una preponderanza del paniere sicurezza ai danni del paniere crescita. Questo è un problema se si è giovani e se si possono ottenere, nell'esempio precedente, rendimenti superiori al 6,57%.

E voi che ne pensate? Avete scelto l'affitto o la proprietà?