Medicina di frontiera e aspettativa di vita

Negli ultimi 60 anni l'aspettativa di vita nel mondo è andata aumentando costantemente, anche nelle zone afflitte da problemi endemici di carestie, scarsità d'acqua, guerre o instabilità politica, come si può vedere nel report del Sole24ore, limitatamente ai dati 1960-2015.

Questo trend che sembra inarrestabile, in buona parte è dovuto alla disponibilità sempre maggiore e a buon mercato di farmaci, al miglioramento delle condizioni economiche di ciascuno stato, ma anche ai notevoli progressi tecnologici degli ultimi 60 anni. 

Mentre sono evidenti gli impatti nelle zone meno sviluppate, come Africa sub Sahariana e Asia del Sud, lo sono anche nelle zone già ampiamente progredite, come il Nord America, ove l'impulso delle nuove tecnologie è tradizionalmente forte. 

Se guardiamo ad un periodo ancora più ampio, per chi fosse interessato raccomando la lettura del report qui, è anche evidente come la forbice relativa alle differenze tra aspettativa di vita nelle zone ricche e quella nelle zone povere si sia costantemente ridotta, testimoniando un'impatto maggiore nei paesi poveri che nei paesi ricchi: se nel 1950 l'aspettativa di vita in Africa era poco più di 30 anni, oggi è raddoppiata, ed il gap tra le aree ricche del mondo e quelle povere si sta ancora riducendo.

 


Ancor più interessante è vedere come questo incremento nell'aspettativa di vita media abbia impattato principalmente gli anni di vita "sani", mentre la sopravvivenza negli anni di "disabilità", ossia di convivenza con le patologie della vecchiaia, sia rimasto pressoché costante, come si vede dal grafico sotto.



Questo porta a due considerazioni:

1. Per fortuna l'aspettativa di vita si allunga permettendo di essere sani più a lungo: se nel 1990, all'età di 57 anni ci si poteva aspettare di entrare nella fase di convivenza con una malattia o una disabilità, nel 2016 questo non avviene fino al raggiungimento dei 62 anni, in media. Un guadagno di 5 anni di salute in 26 anni non è poca cosa.

2. Il lento accrescersi dell'aspettativa di vita, anche negli anni di malattia porta con sé l'opportunità di poter ancora aumentare in modo significativo anche la sopravvivenza in condizioni di invalidità, cosa che potrebbe ad un certo punto permettere di essere esposti alla disponibilità di una cura per la propria condizione. 

Per il punto 1, come evidenziato dal fatto che negli ultimi 250 anni l'aspettativa di vita è raddoppiata più o meno ovunque, è lecito aspettarsi almeno un progresso lineare di questo andamento evidenziato nel grafico, e pertanto ottenere circa 5 anni aggiuntivi di vita in condizioni di buona salute, per ogni 26 anni. Questo effetto, da solo, comporterebbe un'aumento dell'aspettativa di vita media di 20 anni nel prossimo secolo. Ossia sarà normale aspettarsi di vivere fino a 107 anni nel 2120 (con picchi quindi ben superiori). 

Per quanto riguarda il punto 2, il continuo migliorare delle condizioni in termini economici, di accesso alle terapie e ai farmaci, la disponibilità di nuove tecnologie, andranno ad impattare anche e soprattutto gli anni di vita con patologie, che saranno sempre più gestibili, e pertanto è plausibile prevedere un'aumento nell'aspettativa di vita superiore rispetto a quanto osservato finora. La medicina di frontiera sta da tempo ricercando soluzioni per stabilizzare o addirittura invertire gli effetti degenerativi dell' invecchiamento. Nel 2016 si era riusciti nell'impresa sopprimendo 4 geni nei topi, ed osservando un parziale ringiovanimento nei soggetti del test. Recentemente una tecnica diversa, ma analoga per risultati, è stata applicata sugli umani, portando ad un allungamento del 20% dei telomeri (le code del DNA che si accorciano ad ogni duplicazione cellulare, determinando il deterioramento del DNA stesso), e l'eliminazione di circa il 30% delle cellule senescenti, cosa che non era mai stata osservata prima. 

E' quindi prevedibile che le nuove tecnologie imprimeranno un'ulteriore accelerata al benessere collettivo, così come allo studio di terapie per il prolungamento della vita anche su persone anziane e affette da malattie, e pertanto queste tecnologie contribuiranno a trasformare l'andamento lineare di cui parlavo sopra in una curva esponenziale.



Potremo quindi estendere la durata della vita. 
Ma quanto?

Potremo rallentare l'invecchiamento e congelarci in un'età matura, procrastinando indefinitamente il momento della morte? E con quali impatti su società e risorse disponibili?

Dal punto di vista delle risorse disponibili sembra essere un incubo: immaginiamo che si muoia sempre meno, il numero di esseri umani sul pianeta incrementerebbe ad un ritmo superiore a quello odierno. Ovviamente, come effetto delle migliorate condizioni economiche su tutto il pianeta, anche la natalità andrà diminuendo per via della correlazione tra benessere della società e diminuzione delle nascite, ma il bilancio tra nuovi nati e morti resterebbe positivo, ed il fabbisogno di risorse energetiche, idriche e alimentari non farebbe che aumentare, con tutti gli impatti negativi correlati sull'inquinamento e l'esaurimento delle risorse naturali.

Ma se abbiamo ipotizzato un tale progresso in ambito scientifico, farmacologico e di benessere della società, è lecito pensare che ci sarebbero nuove tecnologie atte a ridurre l'impatto che l'uomo ha sul pianeta, rendendo l'approvvigionamento di energia, acqua e cibo più sostenibile. Semplificando enormemente potremmo immaginare che l'effetto dell'aumento della popolazione sarebbe compensato dall'effetto della riduzione dell'impatto ambientale dell'uomo.

Privati dell'assillo su dove trovare le risorse per tutti, e avendo a disposizione una vita indefinitamente lunga allora divertiamoci ad immaginare quali effetti questo avrebbe sulla società.

La più rara delle commodities, il tempo, ora sarebbe infinitamente disponibile per ognuno. Si potrebbero fare tutte le esperienze desiderate, senza dover rinunciare a nulla. 

Si potrebbe continuare ad imparare indefinitamente; immaginate voi stessi in età scolastica con il bagaglio culturale ed esperienziale che avete oggi. E immaginate di poter reiterare e aggiungere informazioni, esperienze e conoscenze per un arco di tempo indefinito. I maestri e i professori avrebbero tutto il tempo per studiare e provare sul campo i metodi migliori di insegnamento agli studenti, migliorando il sistema dell'istruzione. Gli scienziati ed i fisici avrebbero tutto il tempo per sviluppare ogni teoria, testarla o correggerla, senza la necessità di lasciare in eredità le loro scoperte ad un pupillo nella speranza che, raggiunto il livello di conoscenza del maestro, possa eventualmente migliorarle. 

Questo accrescimento avverrebbe in tutti i campi, incluso quello economico: si continuerebbe a lavorare per un tempo indefinito, l'aumento della popolazione porterebbe ad un aumento dei lavoratori, ognuno dei quali pagherebbe le proprie tasse, portando ad un miglioramento delle condizioni generali e delle infrastrutture, e dei sistemi previdenziali per le persone bisognose (che sarebbero in numero sempre minore, visti i progressi di cui abbiamo parlato).

Il concetto di maturità, oggi posizionato al raggiungimento dell'età di 18 anni, verrebbe stravolto, e potrebbe solo essere messo in relazione al raggiungimento del pieno sviluppo fisico (c'è qualche relazione con il fatto che nascono sempre più spesso bambini privi dei denti del giudizio?)

Anche l'amore e le relazioni sarebbero impattati, e con essi la struttura stessa della società; ad oggi le coppie più longeve arrivano a festeggiare 60 o anche 70 anni insieme; è pensabile un'unione ove il "per sempre" sia da prendere in senso letterale? Forse sarà normale avere più di una relazione stabile contemporanea, con relativa famiglia allargata?

Un aumento indefinito dell'aspettativa di vita porterebbe dei cambiamenti persino in politica. Infatti, sebbene l'orizzonte per gli investimenti e l'azione politica rimarrebbe limitato ai 4 o 5 anni di governo, la classe dirigente, i politici e gli imprenditori in primis, agirebbero con un occhio più attento ai temi della stabilità sociale e dell'impatto ambientale, perché il concetto di lasciare un mondo migliore ai posteri sarebbe sostituito dal costruire un mondo migliore per se stessi.

E che dire dei consumi? Con una sempre crescente popolazione questi non farebbero che crescere, e pertanto l'economia nel suo insieme ne trarrebbe giovamento. Alcuni settori, oggi di nicchia, vedrebbero un aumento significativo dei clienti; si pensi ad attività di sport "estremi" o esperienze uniche. Quanti clienti in più avrebbero, se solo ci fosse il tempo e il denaro per farli?

Ovviamente questo comporterebbe anche un cambio nello stile di vita, se vogliamo che crescenti consumi siano sostenibili, occorrerà selezionare con maggiore attenzione ciò che consumiamo, prediligendo beni e servizi a impatto zero anche se più costosi. D'altra parte, potendo scegliere con chiarezza tra aver più tempo ed aver più soldi, sarebbe ovvio scegliere il tempo. Più tempo significa anche più opportunità per fare soldi, come insegnano gli investimenti.

Un bel sogno eh? Eppure, un poco alla volta anche solo parzialmente, questi cambiamenti sono reali ed impattano il nostro presente, così come impatteranno sempre maggiormente il nostro futuro. E che fortuna poter esserne testimoni!


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Posterò in futuro i risultati in un articolo ad hoc.

ETF e debiti

Nei gruppi di interesse sugli investimenti finanziari, alcuni investitori che gestiscono le proprie finanze ed i propri investimenti in autonomia spesso chiedono se, visti i tassi di interesse sul denaro così bassi, non sia una buona idea prendersi un prestito personale da investire in ETF, in modo da potersi trattenere il guadagno al netto del tasso di interesse sul prestito.

In effetti sembra una buona mossa: se il denaro da prendere a prestito mi costasse l'1% e gli ETF mi garantissero un 4% all' anno, allora avrei un 3% di guadagno netto su una cifra superiore rispetto alle attuali capacità di investimento.

Ma è davvero così semplice?

Potremmo esemplificare il problema ipotizzando due scenari che coinvolgano due fratelli gemelli, entrambi investitori "fai da te" con la stessa capacità di risparmio, stesse entrate e stessi costi, chiamiamoli Mario e Luigi (ogni riferimento a persone cose o videogiochi è puramente voluto).

Mario ha un capitale di 100.000 CHF investito e nessuna intenzione di aprire un mutuo per investire una cifra aggiuntiva mentre Luigi decide invece di aggiungere al proprio capitale investito di 100.000 CHF, un prestito di altri 100.000 CHF, mettendo l'attuale capitale investito a garanzia. Potremmo quindi vedere come variano in teoria i due investimenti in un periodo di 10 anni.


Caso 1: il mercato ha un rendimento medio del 4% annuo per 10 anni






Risultato di Mario nel Caso 1

Come detto, Mario investe 100.000 CHF in un buon ETF ad accumulazione sufficientemente differenziato e a basso costo, e li lascia "maturare" investiti, nella previsione di un rendimento medio del 4% all' anno, tasso che per semplicità considereremo costante per tutti i 10 anni.

Dopo 10 anni, l'interesse composto avrebbe lavorato sul capitale e lo avrebbe portato alla cifra di 148.024 CHF, con un guadagno complessivo di oltre 48 mila franchi. Mario è piuttosto soddisfatto.




Risultato di Luigi nel Caso 1

Luigi ha una maggiore propensione al rischio di Mario, e decide di aprire un mutuo al tasso fisso dell' 1%, per ottenere del denaro aggiuntivo da investire in ETF assieme al suo capitale esistente di 100.000 CHF. 

Senza questa mossa, il capitale a disposizione di Luigi sarebbe lo stesso di quello di Mario, e i risultati sarebbero esattamente gli stessi, a parità di condizioni.

Luigi invece si trova ora ad avere ben 200.000 CHF investiti in ETF, e tutti si avvarranno di una crescita del 4% all'anno per 10 anni come nel caso precedente. Tuttavia Luigi deve anche pagare l'interesse sul debito che abbiamo fissato per semplicità all'1% annuo. 

A parità di condizioni, quindi, Luigi dovrà usare lo stesso ETF ad accumulazione usato da Mario, e pertanto, non essendoci distribuzione dei dividendi, dovrà disinvestire parte dell'investimento ogni anno per ripagare la rata del debito, con i relativi costi di transazione e tasse sull'eventuale capital gain.

Facciamo le seguenti ulteriori semplificazioni:

a) la rata per la restituzione del debito è annuale 

b) la tassa sul capital gain è al 20% (del 3% ottenuto, al momento della vendita parziale, per ripagare la rata)

c) il costo della vendita dell'ETF è 2,5 CHF




Sotto le condizioni sopra elencate, avremmo che alla fine dei 10 anni, al netto del pagamento dell'ultima rata, Luigi si troverà un capitale di ben 168.495 CHF, un buon 14% in più rispetto al caso di Mario; non male verrebbe da pensare.


Caso 2: il mercato ha un rendimento medio del 7% annuo per 10 anni

In questa seconda situazione la differenza tra i due approcci, come facilmente prevedibile, si amplia.


Risultato di Mario nel Caso 2

I 100.000 CHF investiti in un buon ETF ad accumulazione a basso costo, lasciati maturare 10 anni al 7% medio all'anno, rendono a Mario la bellezza di 196.715 CHF, con un guadagno complessivo di oltre 96 mila franchi, il doppio che nel caso precedente. 


Risultato di Luigi nel Caso 2

Questa volta la maggiore propensione al rischio di Mario avrebbe premiato ulteriormente Luigi che, a parità di condizioni, avrebbe ben 200.000 CHF da far maturare al 7% annuo di media. Non dimentichiamo che Luigi deve anche pagare l'interesse sul debito che abbiamo fissato per semplicità all'1% annuo, su metà della somma.

Sotto le stesse semplificazioni del caso 1, si otterrà




Quindi, alla fine dei 10 anni, al netto del pagamento dell'ultima rata, Luigi si troverà un capitale di 245.768 CHF, pari al 25% in più rispetto al caso di Mario.


Tutto bene quindi? Possiamo affermare che l'indebitarsi per investire sia una strategia conveniente e seguire l'esempio di Luigi?

Purtroppo no; come specificato più volte, abbiamo dovuto fare numerose semplificazioni, che possono influire significativamente sulle conclusioni da prendere.

Innanzitutto la prevedibilità del rendimento
Qui stiamo ipotizzando un 4% o un 7% fisso all'anno, ma sappiamo che i mercati non sono così facilmente prevedibili, e mentre possiamo dire che in media queste sono previsioni ragionevoli sul lungo periodo, questo non significa che ogni anno i mercati abbiano un andamento tanto scontato. Al contrario, nel caso di un prestito a tasso fisso, l'1% di interesse è fisso e predicibile e costante, e non c'è speranza che diminuisca... Ci saranno quindi anni in cui il mercato non rende il 7%, non rende il 4%, o è persino negativo, ma occorrerà comunque disinvestire per ripagare l'1% costante di interesse sul mutuo, capitalizzando una perdita e facendo ciò che ogni investitore saggio non farebbe mai: vendere a poco.

In secondo luogo la frequenza di restituzione del debito
Nell'esempio si è considerata annuale per semplicità nei calcoli, ma è più probabile uno schema con rate mensili, tipico dei mutui. Questo avrebbe un impatto importante sui calcoli, infatti i costi di disinvestimento passerebbero da un misero 2,5 CHF annuo, a ben 30 CHF annui. Trascuriamo l'impatto sul Capital Gain, ma prelevando più spesso è più probabile farlo anche durante cicli positivi, per cui il capital gain andrebbe applicato su guadagni superiori. Di contro campionando anche più cicli positivi, si ridurrebbe l'impatto della "vendita a poco" in un anno mediamente negativo.

Infine, nel caso di andamento di mercato negativo prolungato, ipotizziamo 10 anni di recessione, l'1% di interesse da pagare sulla restituzione del mutuo affosserebbe il capitale proprio in modo ancor più severo rispetto alla negatività del mercato stesso. 

In sostanza gli incrementi di guadagno del 25% o del 14% dopo 10 anni non possono essere dati per scontati, e portano con sé un aumento del rischio di poter persino intaccare il capitale proprio. 

Questo aumento del rischio dovrebbe essere compensato da una gestione più presente ed attiva del capitale, ad esempio fissando soglie di vendita automatica per ottenere profitto da oscillazioni positive e mettere da parte l'ammontare da usare per pagare il mutuo solo quando le condizioni di mercato fossero vantaggiose per farlo. Ma questo è un processo che non ha più nulla a che vedere con la gestione passiva del patrimonio, e non sempre alla portata dell'investitore comune. Io stesso, per ora, non ho mai considerato seriamente questa eventualità. 


E voi? Come valutereste di prendere a prestito del denaro per investirlo?


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Videogiochi - Elite Dangerous

Tra i miei tanti difetti, c'è anche quello di essere appassionato di videogiochi. 

Lo sono sempre stato, fin da bambino quando i videogiochi erano dispositivi portatili, dal costo importante, principalmente dominati da Nintendo e Atari. Al tempo era davvero un settore di nicchia per bimbi nerd e mediamente ricchi, e anche il solo parlarne era cosa di pochi. Per chi era sfegatato, oltre ai giochi portatili citati c'erano le sale giochi, dove si potevano provare gli ultimi sviluppi della tecnologia videoludica, ma erano posti fumosi e mal frequentati. 

Con il passare degli anni ho assistito alla crescita del settore, credo una delle più incredibili degli ultimi 40 anni, che hanno visto un hobby per pochi bambini trasformarsi in un settore mainstream con utenti di tutti i generi, età, razze, religioni e latitudini ed un fatturato annuale da oltre 120 miliardi di dollari, superiore a quello dell'industria del cinema con cui ormai è anche strettamente legato.

Negli anni ho continuato a giocare, ovviamente non sempre con continuità, ed oggi per scarsità di tempo devo scegliere attentamente i titoli con cui cimentarmi. Tra questi ce n'è uno che ho scoperto solo recentemente, circa 3 anni fa, e sembra non tramontare: è Elite Dangerous (ED).

Cos'è Elite Dangerous?

Elite Dangerous è l'evoluzione di Elite, un vecchio titolo di simulazione spaziale, uscito per la prima volta nel lontano'84 su varie piattaforme tra cui Commodore64 e ZX Spectrum, con grafica vettoriale 3D del tutto rivoluzionaria per l'epoca, ed un modello "open ended", ossia senza un vero e proprio sviluppo della storia, se non quello che il giocatore decide di dargli, ed il vago obiettivo di raggiungere il livello "Elite" di padronanza del mezzo spaziale. 

L'ideatore del gioco, David Braben, è oggi il CEO di Frontier Development, la società che attualmente produce e sviluppa tutti i capitoli della serie, ormai ribattezzata Elite Dangerous.

Dopo il primo lancio seguirono varie versioni ed espansioni negli anni successivi, fino ad arrivare ai giorni nostri. Il continuo sviluppo del prodotto lo rende di fatto il più longevo Videogioco della storia. Per capirci: il gruppo dei Cure ci giocava durante le fasi di registrazione di Disintegration, e ad un certo punto avevano dovuto bannare il gioco perchè rischiavano di non finire il disco!



La trama

Il gioco non ha una trama vera e propria, non c'è un "plot" come negli altri giochi tradizionali, in cui il giocatore viene guidato attraverso una serie di missioni consecutive e di difficiltà crescente, fino al finale del gioco. Esistono missioni di ogni tipo e difficoltà, a cui il giocatore può accedere per servire una delle fazioni presenti nel gioco, nella totale libertà di scelta, il tutto in un'ambientazione spazio-temporale precisa, anno 3300 d.C, in uno dei sistemi popolati della Via Lattea, e uno storico di eventi, che viene chiamato "the Lore", che hanno portato alla situazione attuale. La Via Lattea del 3300 d.C. è parzialmente colonizzata dagli umani, che si sono spinti fino ad un raggio di 150 anni luce dal sistema solare, stabilendo stazioni spaziali e governi locali laddove possibile, mantenendo un sistema anarchico laddove una delle superpotenze non ha potuto imporsi. Ci sono tre superpotenze nel gioco: la Federazione, l'Impero e l'Alleanza. Sia Federazione che Impero permettono al giocatore di fare carriera all'interno dei propri ranghi, mentre l'Alleanza non ha una gerarchia strutturata. In ogni sistema stellare con presenza umana, si possono avere fazioni pubbliche o private, che competono per il controllo del sistema e delle sue risorse, non sempre pacificamente... tutto questo è in costante aggiornamento e si arricchisce continuamente di eventi che modificano gli equilibri e vengono narrati al giocatore attraverso Galnet, una sorta di TG dello spazio. 

Si può tuttavia ancora dire che il giocatore punta a evolversi nel gioco fino al raggiungimento dello stato di "triple Elite", ossia divenire Elite in combattimento, esplorazione e commercio. 


Le modalità di gioco

Elite ha diverse modalità di gioco: una principale in rete, una equivalente privata, cioè senza giocatori umani, una di gruppo, in cui si possono invitare solo gli amici, ed una di battaglia tra umani, che si ambienta in vere e proprie "battle arenas".

Nella modalità principale il giocatore si trova quindi a pilotare una nave spaziale, ed ha totale libertà di scelta su come sviluppare le sue competenze, che carriera intraprendere, con chi allearsi, se lo vuole. Il campo di gioco è l'intera Via Lattea, la rappresentazione digitale navigabile più completa e realistica che sia mai stata realizzata. In questo senso l'esplorazione assume un'importanza speciale all'interno del gioco; andare a visitare nebulose, buchi neri, stelle di neutroni o sistemi planetari extra solari è parte del piacere del gioco, ma la libertà è totale: si può escegliere di fare i "fattorini" e consegnare informazioni o beni materiali tra stazioni spaziali in sistemi diversi; si può scegliere di diventare ricchi andando a minare materiali preziosi sulle fasce asteroidali, si può scegliere di supportare le forze dell'ordine e darsi alla guerra tra fazioni o contro i pirati, ci si può schierare con una fazione e cercare di destabilizzare politicamente un sistema stellare consegnando propaganda mirata, si può scegliere di dare la caccia agli alieni, di diventare pirati, o di inseguire le tracce della "Dark Weel" alla ricerca di Raxxla. Insomma, il gioco ha uno spessore, una profondità ed una complessità tale, che unita alla vastità dell'area giocabile lo rendono infinito. A questo si aggiunga che nel 2021 verrà pubblicata un'estensione che permetterà di scendere a piedi dall'astronave, e quindi, presumibilmente, lo arricchirà delle meccaniche di uno sparatutto in prima persona.



Gli inizi

Iniziare a giocare ad Elite Dangerous può essere complicato. Infatti all'inizio si possiede solo un Sidewinder, una piccola navetta con limitate capacità, con cui ci si può cimentare in qualche missione iniziale, e soprattutto con le manovre chiave di volo, ma anche di decollo e di atterraggio... senza mai dimenticarsi di richiedere il permesso allo spazioporto preventivamente, e farsi assegnare un posto. Questo mi ricorda molto le pratiche di atterraggio quando si è in navigazione in mare.

Un giocatore può incontrare altri giocatori umani, e se è fortunato, trovare un mentore che possa spiegargli il modo più indolore per progredire dipendentemente dal risultato che si vuole raggiungere. Ma la prima regola nello spazio è rimanere vivi, che nel gioco significa non distruggere la propria astronave, pena la perdita del 10% del suo valore, corrispondente alla franchigia assicurativa, e che a seconda dell'astronave che si pilota, può essere una somma importante. Se invece il giocatore neofita è sfortunato, incontrerà sulla sua strada uno dei tanti "griefer" umani, ossia giocatori esperti che si divertono ad abbattere altri giocatori umani anche alle prime armi, cosa che porta tipicamente il giocatore inesperto a rifugiarsi nella modalità di gioco "privata, ove sono ammessi solo NPCs, cioè personaggi interamente virtuali e non umani. I giocatori umani del gioco sono una comunità di persone che in genere si aiutano e si aggregano in Squadroni, che condividono gli stessi obiettivi e gli stessi valori. 


La fisica

Il gioco è permeato di fisica simulata, verosimile quanto basta per renderlo degno della categorizzazione come simulazione. Per esempio: le posizioni relative ed i moti degli astri dei sistemi rappresentati corrispondono a quelli reali, così come le loro dimensioni relative; astronavi snelle e leggere hanno una manovrabilità completamente diversa dalle portacarichi; la gravità dei pianeti è funzione della loro massa, e questo impatta moltissimo sull'atterraggio; il calore delle stelle aumenta all'avvicinarsi, fino a danneggiare i sistemi interni.

Ci sono anche invenzioni che servono a rendere il gioco fruibile, per esempio, il tempo non è funzione della velocità o della gravità, ma è mantenuto costante, per permettere ai giocatori di relazionarsi tra loro sulla base del tempo noto a tutti. Similmente, il gioco permette il viaggio a velocità superluminale, ed è possibile ricaricare l'idrogeno, il carburante dell'astronave, se si esegue un volo stazionario attorno ad una stella di tipo adatto (e se si è equipaggiata la nave con un fuel scoop), oppure, è possibile avvicinarsi indefinitamente ad un buco nero, senza subirne conseguenze. E quest'ultima è una prova che tutti fanno almento una volta nel pellegrinaggio verso Sagittarius-A, il buco nero al centro della nostra galassia. 

Nelle manovre di volo i giocatori più avanzati usano un flight stick, che garantisce un livello di controllo di gran lunga superiore a quello ottenuto con un pad tradizionale.



Gli alieni e altri misteri

Nel gioco ci sono due razze aliene; una la si può incontrare specialmente intorno alle Pleiadi, i Thargoids che possono essere aggressivi, e sicuramente spaventosi durante i primi incontri, in cui ci si limita a scappare quanto più in fretta possibile. Con il proseguire del gioco, e con l'accrescersi delle capacità di pilotaggio e degli equipaggiamenti disponibili, ci si può cimentare in battaglia contro di loro, cercando di ripulire i sistemi che ne sono invasi.  

La seconda razza aliena è una razza antica ed estinta, i Guardiani, di cui si conoscono solo dei resti su alcuni pianeti, e di cui si sa che si erano confrontati loro stessi con i Thargoid, e avevano sviluppato una tecnologia capace di sconfiggerli. Si vocifera nel gioco che siano ancora presenti in qualche zona remota della galassia. 

Similmente, nel gioco si sono create alcune leggende, storie di piloti e di pianeti di cui si sono perse le tracce ad eccezione di pochi indizi sparsi ad arte. 

In conclusione credo che il gioco abbia così tanto da offrire, uno spessore ed una complessità tali che continuerà ad affascinare gli amanti dello spazio ancora per lungo tempo, e se anche tu sei appassionato del genere, o magari un giocatore accanito, magari ci si incontra là fuori nel buio, e come tutti i giocatori di ED, ci si saluterà con un "O7, commander!" 


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Sogni e progetti

Il tema dell'indipendenza finanziaria (FI) mi appassiona molto, sono un avido lettore di blog che ne trattano, e ne scrivo abbondantemente io stesso, poichè ritengo che la quantità di materiale disponibile sull'argomento, in lingua italiana, sia decisamente poca.

Ciò che mi piace è anche vedere come le altre persone che hanno intrapreso il percorso della FI pianificano il proprio presente e sognano il proprio futuro. 

Ci sono alcuni che estremizzano il concetto di frugalità, inseguendo la riduzione del costo della vita e rinunciando a grossa parte delle comodità ad oggi considerate irrinunciabili dalla maggior parte delle persone. Questi sono coloro che hanno fatto del downshifting la loro bandiera, amano l'essenziale e si sentono ancora più liberi per il fatto stesso di essere capaci di rinunciare a beni o servizi a cui la maggioranza delle persone si è assuefatta e dà ormai per scontati. 

Queste persone arrivano a rinunciare alla casa, e a vivere anche in pulmini riadattati, potendo così spostarsi dove vogliono, e al contempo ridurre il costo dell'abitare e dello spostarsi.



Io faccio parte del gruppo dei moderati, che hanno ben chiaro un obiettivo, il raggiungimento del proprio numero FI, la quantità di capitale investito magica che permetterà di prelevare il 4% senza intaccare sensibilmente il capitale, vogliono ottimizzare le proprie spese, ma non sono disposti a rinunciare ad un tenore di vita adeguato durante il percorso. In questo caso si cerca un bilanciamento tra la necessità di tenere sotto controllo i costi e il trovare fonti di reddito aggiuntive per poter ridurre i tempi necessari al raggiungimento dell'obiettivo. 

Infatti il tempo necessario al raggiungimento dell'obiettivo, come spiegato nel famossissimo post di mr. Money Mustache "The shockingly Simple Math behind early retirement", è solo funzione della percentuale di risparmio, e per ottenere un ritiro in circa 10 anni, occorre risparmiare circa il 65% delle proprie entrate.

Non facile a farsi ovviamente, e nel mio caso, a cui si riferisce il grafico sotto relativo ai primi 10 mesi del 2020 appena trascorsi, siamo ad un rispettabile 46%, che se mantenuto in futuro potrebbe permetterci un early retiement tra 18,5 anni, cioè più o meno sincronizzato con il percepimento della pensione di stato! Ecco quindi la necessità di ottimizzare le spese e di aumentare le entrate, così da ridurre il tempo necessario. Non escludo di scrivere in futuro qualche post dedicato all' argomento e a cosa pensiamo di fare per ottimizzare ciascuna categoria di spesa.




Ma quando avrò ottenuto il mio numero FI cosa vorrò fare?


Tra i sogni che ho c'è l'andare a vivere in barca, rigorosamente a vela, il poter fare il giro del mondo, sempre a vela, ed il dedicarmi allo studio della chitarra classica, che è sempre stata una mia passione, ma non ho potuto dedicarle il tempo necessario dopo che ho iniziato l'università e la carriera lavorativa. E poi leggere tanto! Insomma, tutte attività che oggi considererei come tempo libero e che produrrebbero solo un mio arricchimento personale, ma non un ingrassamento del portafoglio! Per stuzzicare la fantasia spesso guardo le barche in vendita, in questa stagione si trovano delle belle offerte, e anche se non vorrei comprare ora, mi ritrovo a ragionare sulla divisione degli spazi, la quantità di comfort a bordo, mai abbastanza, la resistenza dello scafo se ci si dovesse trovare in cattive acque. E spero sempre che per quando avrò portafoglio e volontà per trasferirmi su una barca, la mia salute me lo permetterà.



Proprio per questo alcuni si prendono degli anticipi su ciò che li attende: circa tre anni fa ho anche avuto il piacere di lavorare con un consulente che sta pianificando anch'egli un ritiro soft dalla scena lavorativa: ha appena compiuto 50 anni, deve ancora lavorare per vivere, ma ha messo via una somma significativa, ha costruito due case per ritirarsi (una con la famiglia, una solo per sè, in riva al mare, entrambe in India) e può già permettersi di scegliere i progetti per cui lavorare, oltre che quanto tempo prendersi tra un progetto e l'altro. Per non ritardare tutti i suoi sogni alla data in cui smetterà di lavorare, ha preso la buona abitudine di intervallare ogni progetto con una lunga vacanza in cui si dedica ad una attività del tutto nuova per lui. E' così che ha attraversato l'Atlantico a vela, ha girato mezza Europa in bicicletta, e sta pianificando una traversata oceanica in canoa. Aldilà che questi progetti siano alla portata di tutti o meno, quello che è certo è che alla fine di ciascuno di essi il suo bagaglio esperienziale si sia accresciuto enormemente, così come la sua conoscenza di se stesso e la capacità di capire quali siano i suoi veri limiti. Tutto questo mi affascina molto!


E voi? Se non aveste alcuna impellenza finanziaria e poteste disporre del vostro tempo liberamente, che cosa fareste come prima cosa?

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Posterò in futuro i risultati in un articolo ad hoc.


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