Come investire per l'Indipendenza Finanziaria parte 2

Nei precedenti post sullo stesso tema (li ho ora organizzati nell'apposita sezione del blog, qui), abbiamo parlato della motivazione per perseguire la FI (Financial Independence), delle variabili in gioco per capire quando si potrebbe raggiungere la FI sulla base di quanto si può investire, ed infine abbiamo introdotto alla strategia di investimento, che si basa sul lungo periodo, sulla differenziazione e sull'investimento ricorrente programmato.

Ora vogliamo affrontare il tema del portafoglio di investimento, ovvero dei prodotti che possiamo scegliere per comporre il nostro investimento. 




I panieri di investimento


Mi è molto piaciuto l'approccio alla cosiddetta "Asset Allocation" trattato in "Soldi" di Tony Robbins, secondo cui, prima di scegliere i prodotti e come buona pratica per minimizzare il rischio, è bene strutturare il portafoglio in 2 macro panieri:

il paniere "sicuro", S, ossia un paniere ove faremo confluire tutti quegli investimenti che hanno un rischio molto basso, così come un basso interesse. Tipicamente rientrano in questa categoria: 

  1. investimenti immobiliari
  2. bond e titoli di stato 
  3. contante in valuta locale o in valuta rifugio (es. dollaro americano o franco svizzero) 
  4. oro
  5. ogni altro investimento a rischio nullo o quasi 


il paniere "crescita", C, ossia un paniere ove faremo confluire tutti quegli investimenti a rischio e rendimenti più elevati. Rientrano in questa categoria:
  1. Azioni
  2. Obbligazioni
  3. ETF e Tracker
  4. Cryptocurrencies
  5. ogni altro investimento a rischio elevato
E' quindi necessario definire a priori come dovranno essere ripartiti i due panieri.

Questa ripartizione dipende anche dall'età dell'investitore: se si è giovani, si può meglio tollerare il rischio di perdere parte del capitale investito poiché si ha più tempo per poter recuperare la perdita, e perciò si può scegliere una ripartizione aggressiva, tipo 70% paniere crescita e 30% paniere sicuro. Viceversa, se ci si trova in età avanzata, occorre modificare le percentuali per tener conto della ridotta tolleranza al rischio, dovuta al minor tempo a disposizione per recuperare le eventuali perdite.

I panieri Sicuro e Crescita in una libera interpretazione artistica :)



Un buon compromesso, se si sono superati i 40, può essere un 50/50.

Per definizione, essendo il paniere crescita costituito da prodotti a maggiore interesse, questo finirà per crescere più rapidamente del paniere sicuro, e pertanto dopo qualche mese potremmo trovarci nella situazione in cui il nostro rapporto 50/50 non è più rispettato. 

Possiamo esemplificare il tutto definendo C0 ed S0 i due panieri iniziali, con distribuzione 50/50, e C1 ed S1 i due panieri dopo un trimestre. 

All'inizio dell'investimento sarà quindi 

C0 = S0

Per via della distribuzione 50/50.

Vediamo che succede dopo un trimestre:

Se il paniere crescita è cresciuto del 4% nel trimestre in questione, ma il paniere sicuro è cresciuto solo dello 0,2% nello stesso periodo, è chiaro che mi ritroverò con:

C1 = C0 x (1 + 4%)
S1 = S0 x (1 + 0,2%)

Se siamo partiti con distribuzione al 50/50, ogni paniere aveva lo stesso valore (V0), quindi avremmo:

V0 = Paniere crescita iniziale = Paniere sicuro iniziale

e quindi:

C1 = V0 x (1 + 4%) 
S1 = V0 x (1 + 0,2%) 

E' quindi evidente che dopo il trimestre in oggetto, i due panieri si sono evoluti in modo diverso, non sono più uguali e non rispecchiano più la distribuzione desiderata 50/50.

Occorre quindi redistribuire.

La redistribuzione


Questa è un'attività chiave per mantenere invariata la strategia di investimento (in questo caso: mantenere a 50/50 il rapporto tra i due panieri), e dovrà essere eseguita periodicamente, in modo da capitalizzare parte dei profitti provenienti dai prodotti che sono cresciuti maggiormente, e ridistribuirli su quelli a minor crescita e a minor rischio. Ripetendo il processo con cadenza periodica (es. trimestrale, o semestrale o annuale) ci garantiamo di "mettere al sicuro" parte dei guadagni che l'investimento genera.

Nell'esempio trattato per mantenere la distribuzione 50/50 dovrà essere:

Valore dei panieri dopo un trimestre, dopo redistribuzione: C2 = S2 = V2  

Il valore V2 sarà la media dei due  panieri dopo il trimestre, e quindi: 

V2 = (C1 + S1) / 2 

ricordando il valore dei panieri C ed S dopo un trimestre:

C1 = V0 x (1 + 4%) 
S1 = V0 x (1 + 0,2%) 

possiamo calcolarne la media ossia il valore obiettivo di ciascun paniere, V2:

V2 = [2 x V0 + V0 x 4,2% ] / 2 = V0 x (1 + 2,1%)

abbiamo quindi ottenuto il valore che ciascun paniere dovrà avere per ripristinare la distribuzione 50/50; questo valore sarà superiore rispetto a S1, ma inferiore rispetto a C1, come è facilmente intuibile, quindi occorrerà spostare parte del valore da C1 e portarla in S1, per ottenere  il risultato desiderato. 

C2 = V2 = S2
C2 = V0 x (102,1%) 
C1 = V0 x (104%)
S2 = V0 x (102,1%)
S1 = V0 x 100,2%)

incremento S: S2 - S1 = 102,1% - 100,2% = 1,9% x V0
decremento C: C2 - C1 = 102.1% - 104% = -1,9%xV0

la stessa quantità (1,9%xV0) andrà spostata dal paniere C al paniere S, per ottenere C2 e S2.

Confusi dalle formule? Considerate allora il caso di Mario, che si trova con un gruzzolo di 20 mila euro da investire. Mario ha più di 40 anni, e sceglie un approccio bilanciato, con 50% sul paniere sicurezza e 50% sul paniere crescita.
Decide quindi di investire 10 mila euro in bond e 10 mila euro in un ETF che replica l'indice S&P500.
Dopo un anno dall' investimento, il Paniere Crescita è attivato a 11 mila euro; un 10% di guadagno. Il bond invece è cresciuto a 10200 euro, un 2% di guadagno.
Mario ha ora 21.200 euro complessivamente, e i due panieri non sono più uguali come erano in partenza.
Deve quindi ridistribuire in modo che ciascun paniere valga la metà del totale, ossia 10.600 euro. Per ottenere questo risultato, venderà 400 euro del paniere crescita, e li metterà nel paniere sicuro.

Ma ogni quanto occorre ridistribuire? Ci sono molti approcci alla ridistribuzione, che dipendono anche che tipo di strumenti si è scelto di utilizzare per investire, dal tempo a disposizione, dalle commissioni più o meno elevate che la piattaforma di investimento ricarica su ogni operazione.
A mio modo di vedere, occorre definire  una soglia percentuale di scostamento dalla distribuzione obiettivo, e ridistribuire quando tale soglia viene superata. Per esempio se si usa il 3% come soglia percentuale di scostamento, e una distribuzione 50/50 come distribuzione obiettivo, allora si dovrà ridistribuire se si verifica che il valore del paniere crescita S supera il 53% del valore totale.

E voi? Come sono distribuiti i panieri su cui investite?


Vela, la nascita di una passione


Da ragazzino tra i tanti sport che ho provato, essendo nato in una località di mare, ci fu la vela, con le derivette Optimist.
Purtroppo, a quell'età, e nonostante l'amore per il mare, non era scattato nulla per la vela. La trovavo troppo impegnativa dal punto di vista della preparazione, e poco gratificante dal punto di vista dell'azione. Inoltre non si era creato alcun feeling con l'istruttore, che non brillava per pazienza. Così mollai tutto prima di essere diventato capace e prima di poter provare le gioie delle regate.


La Tiscali Cup e i sabati con gli HobieCat

Fast Forward, 18 anni dopo, finiti gli studi universitari e giunto alla mia seconda vera esperienza lavorativa presso Tiscali, a Cagliari, ebbi un nuovo contatto con la vela, questa volta come membro partecipante di un equipaggio durante la Tiscali Cup, un evento velico che coinvolgeva svariati circoli della zona. Al comando della imbarcazione ove mi trovavo, un J24, c'era Franco Riccifiglio di Cino Ricci e maestro di vela entusiasta, che con la sua esperienza è riuscito a gestire un equipaggio del tutto eterogeneo durante una regata, insegnandoci i ruoli, il vento, le andature e regalandoci una giornata di emozioni, divertimento e adrenalina che mi sarebbe rimasta attaccata addosso per lungo tempo.

All'epoca vivevo in una villetta bifamiliare che condividevo con Roberto, un collega molto sportivo e già amante del surf e della vela. La combinazione era perfetta perché decidemmo di prendere un paio di lezioni di vela al vicino club velico del Poetto, per imparare a uscire in due sui catamarani Hobei Cat 16.
E così, il sabato era diventato per noi un rito lo scendere dalla collina di Margine Rosso, a Quartu Sant'Elena, guidare fino al circolo velico del Poetto, affittare un Hobie Cat e passare un'oretta o poco più a bolinare, manovrare, uscire al trapezio, scuffiare...  quanta nostalgia per quei sabati! Poco a poco crebbe in me il desiderio di approfondire tutto ciò che riguardava la vela e di poter portare imbarcazioni più grandi. 



Gli studi e la licenza

L'anno che mi trasferii a Milano decisi subito che avrei ottenuto la patente nautica. Un amico ed ex collega mi informò di un corso in avvio, e così feci l'iscrizione ed iniziai a frequentare le lezioni. Che spettacolo! Era come essere tornati all'università: la sera ci si ritrovava a lezione, assieme ad una ventina di persone, ognuna motivata dalle più diverse ragioni, e la professoressa ci spiegava tutti i temi necessari per approfondire la teoria: la fisica, le parti delle imbarcazioni, la meteorologia, la segnaletica, il carteggio.
Durante il corso, proprio come all'università, alcuni studenti abbandonarono per via del crescente impegno richiesto, ed io legai con 4 ragazzi motivatissimi come me ad arrivare fino in fondo; creammo insieme un gruppo di studio. 
Si studiava insieme la sera e il weekend, ci si ritrovava alla biblioteca di Parco Sempione o a casa di qualcuno, si ripeteva e si facevano esercizi di carteggio. 




Assieme a loro iniziai ad affittare qualche imbarcazione nei fine settimana, al Lago Maggiore prima, e poi al mare, e successivamente partecipammo a delle regate del campionato invernale del ponente ligure, bei tempi che ricordo con affetto e nostalgia (nostalgia che magari rispolvererò in un futuro post tratto da un vecchio diario di bordo di una delle regate di campionato invernale). 
Tutti noi portammo a termine il corso e conseguimmo la patente, e siccome ci trovavamo bene insieme, fondammo un'associazione sportiva dilettantistica, attraverso cui potemmo coltivare la nostra passione, organizzando qualche evento velistico e aumentando la nostra esperienza in mare, che non è mai abbastanza. 

Forse non avrò vissuto l'idillio con la vela in tenera età, e non avrò mai fatto agonistica seria, ma mi sento comunque molto grato per il fatto di aver scoperto una passione anche se in età matura, che mi ha permesso di conoscere una moltitudine di belle persone e di conoscerle in modo approfondito. Perché sebbene il tempo di una regata o di una vacanza sia breve, gli spazi ristretti della barca creano una vera e propria scorciatoia che permette alle persone a bordo di entrare in confidenza, sintonia ed empatia tra loro quasi immediatamente. 

Oggi vivo in Svizzera, ci sono molti laghi qui, ma per me veleggiare al lago non è la stessa cosa che veleggiare al mare. Sarà il fatto di vedere costantemente la costa, di dover fare bordi corti, sarà per via dei venti che cambiano in modo repentino con l'orografia della costa. Non si batte il fascino del mare e del navigare in esso, il sibilo del vento tra le vele e sul viso, lo sciabordio dell'acqua sulla prua inclinata, il tutto potendo gettare lo sguardo sull'orizzonte blu, senza interruzioni alla vista, con la sensazione di essere a stretto contatto con la natura e le sue forze. Non si batte l'essere in rada a fine giornata, il piacere di un tuffo con i colori magnifici del tramonto, di un aperitivo a bordo all'imbrunire, di una cantata insieme. Non si batte l'essere cullati dai suoni prodotti dalla corrente sulla chiglia e dal tintinnio delle sartie quando si dorme. Persino il dormire in pozzetto con un occhio aperto ed uno chiuso, costretti al "chi va la" dalla maretta, sotto una stellata incredibile che ti fa compagnia, no, proprio non si batte.

Come investire per l'Indipendenza Finanziaria parte 1

Dopo aver introdotto alle motivazioni per perseguire l'indipendenza finanziaria (FI), ed aver definito le variabili in gioco, in questo terzo articolo sul tema proveremo a capire come investire per raggiungere l'obiettivo. 

Ma prima un piccolo riassunto:
  • la FI sarà raggiunta quando avremo un capitale in grado di generare una rendita annuale
  • la rendita dovrà coprire i nostri costi annuali
  • si assume che il capitale generi un 4% di rendita, pertanto si definisce il capitale necessario come
                Capitale Necessario = costi annui x 25
  • L'interesse composto, lavorando sugli accantonamenti e sui guadagni annuali incrementali ottenuti, ridurrà il tempo necessario per ottenere l'agognato Capitale Necessario

Bene. Come riuscire ad accantonare il capitale necessario, quindi?
La risposta a questa domanda è semplice: occorre al contempo operare per  
  1. massimizzare le proprie entrate
  2. minimizzare le proprie spese
in modo che la differenza, indipendentemente dalla sua entità, possa essere investita.



Sulle modalità per massimizzare le entrate e ridurre le spese, parlerò in post dedicati, in questo post ci focalizzeremo sulla strategia di investimento, e quindi cercheremo di rispondere alla domanda:

Come investire?

La regola d'oro degli investimenti è comprare a poco e rivendere a un prezzo superiore, giusto? Non sempre! E' vero per chi investe a breve termine, e pertanto per finalità diverse da quelle della FI.

In passato io stesso mi sono divertito ad investire sul mercato azionario ed ero diventato piuttosto bravo a ottenere guadagni sufficienti a pagarmi le vacanze. Conoscevo le aziende su cui investivo, conoscevo il mercato e applicavo le regole d'oro dello stop-loss e take-profit, e in sostanza ero diventato bravo a comprare i titoli che seguivo quando costavano poco, e rivenderli quando avevano raggiunto il valore che mi ero prefissato (take-profit).
Ero più giovane e più propenso al rischio, e poichè non avevo avuto nessuna formazione sugli investimenti (che invece secondo me dovrebbe essere argomento di studio già dalle elementari) mi ero arrangiato da autodidatta, pronto a imparare a mie spese. 
Ignoravo, soprattutto, l'esistenza dei movimenti FIRE e Mustachians, che non avrebbero approvato quelle scelte di investimento (e di utilizzo dei proventi).
Sarebbe stato molto meglio investire con minor rischio, ad esempio su tutto un indice di mercato, e reinvestire i guadagni anziché spenderli in vacanze, in modo da ottenere il beneficio dell' interesse composto.

Quindi, se la finalità è la FI, la regola d'oro degli investimenti è basso rischio e reinvestimento dei rendimenti.

Ora tutti sanno che un investimento a basso rischio comporta un rendimento basso, quindi come si ottiene un buon rendimento senza rischiare di perdere parte del capitale?

La soluzione è la differenziazione.

Un investimento può essere differenziato secondo diverse dimensioni:
  • Mercato - per esempio Information Technology o Automotive
  • Geografia - per esempio Nord America o Cina
  • Strumento - per esempio Azioni, Obbligazioni, ETF
  • Tempo - per esempio in fase economica di espansione o recessione 

Disclaimer: non sono un investitore professionista, quindi quanto segue rispecchia la mia personale visione ed esperienza sul mondo degli investimenti


Per differenziare efficacemente Mercato e Geografia, ed evitare pertanto di investire in una infinità di prodotti, il metodo consigliato è di utilizzare come strumento gli ETF passivi, in particolare i tracker che replicano l'andamento di un mercato azionario di riferimento. 
Tra i più famosi e usati dalla comunità FIRE, ci sono i Vanguard che coprono il mercato americano SP500 e quelli che coprono l'intero paniere mondiale come il Vanguard Total Stock Market. Questi hanno il vantaggio di differenziare sia su base geografica che su base mercato allo stesso tempo, e sono strumenti finanziari economici, in quanto il loro costo è una piccolissima percentuale della quantità da investire. Se si vuole approfondire il tema degli ETF, suggerisco l'ottimo sito JustETF.

Ora non rimane che differenziare nel tempo
Ma che vuol dire? E perché un investitore non dovrebbe al contrario approfittare dei momenti di crisi, in cui il valore delle azioni è in sconto, per comprare a prezzi più bassi?
Intuitivamente approfittare della riduzione dei prezzi sarebbe un ottima idea, se non fosse che non possiamo prevedere se il mercato continuerà a scendere o riprenderà a salire, e questo vale per chiunque di noi, inclusi i più esperti traders, e noi non siamo tra questi, giusto? 
Di fatto sono pochissimi gli investitori che sono stati sistematicamente in grado di seguire le curve decrescenti del mercato, comprare ai minimi e rivendere quando il mercato risale, sistematicamente. 

Per nostra fortuna non è necessario essere dei fenomeni e cercare di predire gli andamenti di mercato, se l'orizzonte temporale di investimento è lungo abbastanza e se la pianificazione degli investimenti è ricorrente. 
Si veda il grafico sotto che mostra l'andamento dell'indice azionario americano SP500, ove sono quotate le 500 più grandi aziende americane, dal 1983 ad oggi. 
Cosa ci dice questo grafico? Intanto che il trend generale è in crescita. In secondo luogo si vedono le flessioni del 2000 e del 2008, che rappresentano la bolla delle dotcom, e la crisi dei subprime.  l'andamento dei mercati sul lungo termine, cioè 10 o 20 anni, è sempre stato in crescita, quindi possiamo ragionevolmente dire che se si pianifica un investimento di lungo periodo, questo sarà supportato da un trend in crescita. Al netto di grosse crisi finanziarie.



E come mettersi al sicuro da grosse crisi finanziarie? Come evitare di essere lo sfortunato investitore che compra alla vigilia di una crisi (per esempio nel 1999), per trovarsi a perdere il 40% del valore nel giro di 3 anni? La tecnica è l'investimento ricorrente.
Questo consiste nell'investire a cadenza fissa, per esempio mensile, lo stesso ammontare di denaro, indipendentemente dagli andamenti del mercato.
Se il mercato è in crescita, l'effetto sarà quello di accantonare quantità crescenti, a prezzi sempre di piu' alti, a parità di volumi.
Se il mercato è in decrescita, leffetto sarà quello di accantonare quantità crescenti a prezzi sempre minori, diminuendo il prezzo di medio carico (ossia il prezzo medio pagato per tutti i volumi di cui si è in possesso). Questa seconda situazione crea l'opportunità di "comperare a sconto", ossia di prendere vantaggio nei periodi di crisi.
L'investimento ricorrente ha anche un ulteriore vantaggio: evita di cedere alle comuni trappole dell'investitore inesperto, che quando i prezzi crollano subisce l'istinto della fuga dall'investimento, trasformando un'opportunità nella capitalizzazione di una perdita (che può essere anch'essa utile, per fini fiscali).

Chiariti questi aspetti iniziali che definiscono il piano di investimento, si dovrà costruire un "portafoglio" di prodotti su cui investire, che rispecchino i criteri di differenziazione presentati, e che siano consoni alla nostra propensione al rischio; di questo scriverò in un futuro post.

E voi? Siete già investitori o desiderosi di iniziare? Quali strategie di investimento adottate?

Serie TV - Dark, come fosse antani anche per lei soltanto in due...

Sono un appassionato di serie televisive, lo ammetto.
Da quando ho visto "LOST", ormai piu' di dieci anni fa, non le considero più una forma di cinema minore, ed in effetti, proprio dopo "LOST", la qualità delle serie TV è andata crescendo, così come il budget, e i nomi di attori famosi nei cast.

Durante il lockdown dovuto al Covid ho avuto modo di vedere alcune serie, una di queste è Dark, una serie TV tedesca in 3 stagioni, che mi ha appassionato già dalla sigla della prima puntata.

E' un prodotto estremamente ben confezionato: l'effetto caleidoscopio della sigla, accompagnato dalla canzone degli Apparat, Goodbye, introduce alle atmosfere cupe e pesanti della serie, la fotografia eccellente, gli attori perfetti nei ruoli, la recitazione che non ha nulla da invidiare ai più blasonati prodotti hollywoodiani, le musiche che ben sottolineano lo svolgersi degli eventi, gli effetti speciali che sono più che dignitosi, e il concept alla base della trama che è estremamente intrigante almeno per chi come me ha un debole per la fisica teorica. 
Persino il ritmo, a tratti molto lento, contribuisce ad aumentare la suspense, e ingabbiare lo spettatore in un tunnel, o forse dovrei dire una grotta, nel tentativo di tenere traccia mentale dei sempre più numerosi enigmi che coinvolgono i personaggi e il paese di Winden.



SPOILER ALERT: Se non avete ancora visto la serie, non proseguite nella lettura!

Il concept, dicevo, alla base della serie è il viaggio nel tempo, o meglio nel tempo e in universi alternativi e intersecati, in accordo con quanto ipotizzato dal principio di autoconsistenza di Novikov, secondo cui nell'ipotesi di viaggi temporali, il passato è immutabile, e gli accadimenti futuri stessi contribuiscono a determinare cosa succede nel passato, in un ciclo temporale infinito. Questo è il concetto della predestinazione, per cui i personaggi che si trovano in questo anello temporale possono solo agevolare lo svolgersi di un evento che porterà inevitabilmente il futuro al suo compimento.

La descrizione dell' esperimento mentale di Navikov da wikipedia è piuttosto chiara:

"Immaginiamo di avere un biliardo con due buche, che chiameremo A e B, collegate da una macchina del tempo: una palla che entri nella buca B torna indietro nel tempo di pochi secondi ed esce dalla buca A prima di essere entrata in buca. Vi è cioè un lasso di tempo in cui sul biliardo sono presenti due palle, o meglio due versioni della stessa palla: una più giovane che sta per entrare nella buca B e una più vecchia che è appena uscita dalla buca A.

È possibile calcolare la traiettoria da dare alla palla perché, uscendo dalla buca A, urti sé stessa impedendosi di entrare nella buca B: si creerebbe così un paradosso. Ma, secondo Novikov, la palla uscirebbe da A con un angolo leggermente diverso da quello previsto, e si limiterebbe a sfiorare sé stessa, modificando di pochissimo la propria traiettoria. La palla entrerebbe sempre nella buca B, ma a causa della leggera deviazione uscirebbe da A, appunto, con quella traiettoria leggermente diversa che - abbiamo visto - fa sì che si urti di striscio."


Lo stesso concept è stato utilizzato per altri lavori cinematografici, uno per tutti lo splendido "L'esercito delle 12 scimmie" di Terry Gilliam, ove era lo stesso protagonista che viaggiava nel passato nel tentativo di disinnescare una pandemia che avrebbe relegato il genere umano a vivere sotto terra, e aveva invece finito per suggerire l'idea di un attacco biologico al gruppo ecoterrorista responsabile dell' accaduto.


Dall'inizio della serie tutti i personaggi, e lo spettatore con loro, cercano di capire la causa degli strani fenomeni che accadono nel paese di Winden, di individuare l'origine dell' anomalia per ripristinare l'ordine naturale delle cose, e il tutto viene alla luce poco alla volta stagione dopo stagione. 

Da questo punto di vista la costruzione della storia è molto intrigante: alla fine della prima stagione si ha chiaro che alcuni personaggi hanno viaggiato nel tempo, chi attraverso la grotta, chi con un misterioso macchinario. Alla fine della seconda stagione si capisce che i "viaggiatori" non hanno solo percorso il tempo, si sono anche mossi da un mondo ad un altro. La terza stagione è quella che scioglie il nodo, rivelando l'origine che ha causato il loop infinito che intrappola i personaggi del villaggio e mostrandone la soluzione.


Tutto bene quindi? Non proprio. Infatti, a differenza de L'esercito delle 12 scimmie, Dark è davvero troppo macchinoso nello sviluppo della trama, troppi personaggi, ciascuno dei quali è presente nella stessa puntata in più tempi diversi, e dove la ciclicità del tempo porta alcuni di essi a entrare in relazione con i propri genitori o nonni, innescando genealogie impossibili, che per l'appunto generano altri universi. Ci sono troppi intrecci, ed è davvero difficile seguire la serie senza chiedersi di tanto in tanto chi siano i protagonisti della scena; e, nonostante il principio di predestinazione, è impossibile per lo spettatore non chiedersi come facciano i protagonisti viaggiatori ad approdare sempre nel mondo giusto e nel tempo giusto e nell'istante in cui avrebbero incontrato il personaggio giusto, tra tutti i tempi e i mondi possibili. 

Il sito web ufficiale della serie viene incontro allo spettatore, permettendo di navigare il mondo di Dark dinamicamente per stagione, per personaggio, per data, per luogo, e può aiutare ad evitare di sentirsi come il vigile della famosa scena di Amici Miei, che quasi convinto dalla fluidità della supercazzola di Mascetti e Perozzi, finisce per accettare di passare per bischero.




Nonostante questa complessità, la realizzazione Dark è ottima e la serie offre una vera e propria esperienza che non finisce con gli episodi, ma prosegue sul web e invita lo spettatore ad approfondire, rivedere e rivivere le evoluzioni temporali di ciascun personaggio per meglio capirne il ruolo all'interno dell' intreccio, letteralmente parlando. Pertanto mi sentirei di consigliarla comunque.

A voi è piaciuto? Quali serie vi hanno tenuto compagnia durante la quarantena? 



Variabili da considerare per l'Indipendenza Finanziaria

Nel precedente articolo sul tema abbiamo visto che è necessario capire cosa ci motiva a diventare indipendenti. 
Abbiamo definito la nostra motivazione al raggiungimento dell'indipendenza finanziaria (FI), il nostro "perché". Bene.
Questa dichiarazione di intenti in qualche modo impatta il "quando" dovremo essere finanziariamente indipendenti: può essere tra 10, 20 o 30 anni, a seconda di come ci aspettiamo che sia il "dopo".



Ora abbiamo bisogno di stabilire alcuni parametri per capire cosa è necessario per il raggiungimento dell'obiettivo.

In particolare alcune grandezze sono irrimediabilmente collegate le une alle altre, ed il cambiamento di una di queste porterà effetti sulle altre.
Le grandezze che ci interessa definire sono:

  • il quando - dopo quanti anni si vuole essere finanziariamente indipendenti
  • il quanto - i costi annui, l'ammontare che ci serve per vivere. Questo è facilmente calcolabile sulla base di quanto spendiamo ad oggi in un anno. Attenzione: questo potrebbe anche rappresentare una quota dei costi attuali, nel caso in cui l'obiettivo non sia ritirarsi, ma lavorare solo parte del tempo.
  • Il Capitale Necessario - quanto capitale complessivamente dovrete accantonare per garantirvi una rendita
  • il reddito attuale - a quanto ammontano le entrate annuali complessive
  • la percentuale di risparmio - quanto del reddito annuo possiamo sistematicamente investire.

Le grandezze sopra espresse sono interconnesse, ad esempio il quando dipenderà dalla motivazione, dal quanto ma anche dal reddito attuale e dal risparmio che si riesce ad accantonare, ma possiamo senz'altro dire che se massimizziamo il reddito annuale e la percentuale di risparmio e al contempo minimizziamo i costi annui (il "quanto"), riusciremo a minimizzare il tempo necessario per raggiungere l'obiettivo.

Possiamo fare due esempi ed utilizzare lo strumento "early retirement calculator" :

Nell' esempio sotto, con 50 mila euro di reddito annuo, e 20 mila euro di costi annui, se tutta la differenza viene investita, si ottiene, al 5% di interesse medio annuo, che in 12,4 anni si potrebbe andare in prepensionamento:

Caso 1


Potremmo pero' avere un tenore di vita più alto, a parità di condizioni, e trovarci a spendere 30 mila euro all' anno. In questo caso potremmo andare in pensione dopo 21,6 anni:

Caso 2
 

Quasi il doppio del tempo!
Si capisce quindi perché sia essenziale ridurre al minimo i propri consumi, e perché la comunità di persone accomunate dall'obiettivo dell' Early Retirement (per chi volesse approfondire le tematiche dell' Early Retirement, Internet è piena di riferimenti, blog, podcasts, canali youtube dedicati alla FIRE, Financial Indipendence, Retire Early, cioè il prepensionamento, uno degli obiettivi di chi persegue l'indipendenza finanziaria), metta al centro dei suoi interessi l'anti consumismo, il fai-da-te, la cura per l'economia domestica e per il riutilizzo, in modo appunto da propugnare uno stile di vita sostenibile, semplice, frugale e che minimizzi il cash out.

Allora è ora di chiedersi quanto ci serve all'anno per vivere?

Il calcolo è semplice, occorre sommare tutti i costi, l'abitare, le assicurazioni, la mobilità, la salute, l'istruzione, il cibo, il divertimento... Ogni e-banking al giorno d'oggi consente di avere una panoramica dettagliata delle categorie di spesa. E se ci si accorge che si sta spendendo tutto, è ora di iniziare a valutare categoria per categoria in modo da ridurre i costi ovunque possibile. 
Il totale dei costi corrisponde a ciò che un piano di rendimento deve "garantirci" in media annualmente, l'uso delle virgolette è d'obbligo quando si parla di investimenti, ma secondo una regola semplificata molto cara agli adepti del FIRE, si può assumere che un 4% di rendimento medio annuo sia facilmente perseguibile, il che permetterebbe di calcolare l'ammontare necessario a generare tale rendita semplicemente moltiplicando i nostri costi annui per 25:

Capitale Necessario = Costi Annui x 25

Il problema quindi si sposta nel trovare il modo di mettere insieme il capitale necessario in un tempo ragionevole.

Ora che avete scritto la vostra motivazione, calcolate il vostro quanto (costi annui), e di conseguenza il vostro Capitale Necessario. 

Nei prossimi articoli vedremo come definire il piano di investimento e come approcciare il rischio. A presto!