Le trappole psicologiche dell' investitore



Nei precedenti post sul raggiungimento della Indipendenza Finanziaria (FI), qui, abbiamo visto che una volta definiti gli obiettivi da raggiungere, occorre strutturare una strategia con panieri di investimento sia sicuri che più rischiosi, scegliendo oculatamente i vettori, o veicoli di investimento, che costituiranno i panieri stessi.

Il percorso tuttavia non è sempre liscio, ma costellato da trappole che possono spingere l'investitore ad agire, o non agire, nel modo sbagliato.

Le cause principali di ciò sono l'avidità e la fretta. Sono queste infatti le principali insidie che potrebbero spingere l'investitore a commettere errori costosi sul lungo termine.

Prendiamo ad esempio l'avidità.
Nell'investitore abituato ad operare in borsa per ottenere profitti nel breve termine, questo innesca un'irrequietezza dovuta al fatto che il fattore tempo è percepito come potenziale costo di investimento; se posso ottenere un uovo oggi, perché aspettare la gallina domani? Potrei prendere l'uovo oggi, e poi reinvestire in azioni a sconto per ottenere anche la gallina domani!

Come accennato in precedenza tuttavia, le modalità per ottenere la FI non possono prescindere dal ragionare sul lungo termine, ed è questo un fattore chiave da considerare.
Perché questo? Perché il prodotto su cui si investe, diciamo un ETF che replichi l'indice SP500, in genere non cambia nel tempo. 
Il prodotto, o veicolo di investimento, è cioè una costante nella strategia di investimento. 
Se così non fosse, probabilmente vorrebbe dire o che abbiamo scelto un veicolo sbagliato, o che ne sono usciti di migliori.

Se l'investitore non ne tenesse conto, e operasse con mentalità a breve termine, per ottenere "l'uovo oggi", si ritroverebbe a ricomprare lo stesso prodotto più avanti nel tempo, nelle stesse quantità ma con prezzo superiore. 
Il risultato sarebbe 
  • aver aumentato il prezzo di medio carico, cioè la media ponderata dei prezzi pagati per l'acquisto di un titolo a piu' riprese (con lo stesso ammontare investito si finirebbe per avere quantità minori del prodotto). 
  • aver aumentato i costi dell'investimento, visto che normalmente ad ogni transazione viene applicata una seppur piccola commissione.
  • aver pagato tasse sull'interesse maturato

E' evidente quindi che la mentalità da "gioco in borsa", buona per obiettivi di breve termine e cambiando prodotti su cui puntare, non produce buoni risultati se abbiamo obiettivi a lungo termine e prodotti costanti su cui puntare. Questo è senz'altro vero quando il valore del vettore scelto è in crescita.

Se il valore del vettore scelto è in diminuzione, al contrario, occorre mantenere il sangue freddo e non farsi prendere dal panico, vedendo il proprio patrimonio erodersi, perché se non abbiamo sbagliato la scelta del prodotto, questo presto tornerà a salire. In questo caso è la fretta a poter giocare brutti scherzi.
Sia per l'investimento di breve termine che per quello di lungo termine, è buona norma non fuggire dall'investimento sulla base di una reazione istintiva.

Nel caso di investimento di breve termine, se il vettore scelto era una singola azione, allora occorrerà capire i motivi della riduzione del valore; 
  • la società quotata su cui si è investito sta per pagare dividendi? 
  • l'azienda sta comperando un'altra azienda? 
  • il mercato in cui opera è in fase ribassista? 
  • i fondamentali sono ancora buoni? 
  • il valore potrà risalire nel breve-medio termine?
Se questa analisi mostra che il ribasso non è motivato, allora può essere una buona occasione per comprare a sconto ulteriori volumi dello stesso vettore. 
Al contrario, se ci sono motivi che giustificano un trend ribassista prolungato (e un target price sempre minore), capita anche ai migliori, allora è meglio applicare uno "stop loss", vendere accettando le perdite, reinvestire ove sia remunerativo, e capitalizzare le perdite ai fini fiscali. Occorrerà rivedere la propria strategia, in particolare per quanto riguarda la diversificazione del rischio, scegliere un vettore migliore e continuare ad investire. 



Nel caso di investimento di lungo termine per la FI, come abbiamo visto, il veicolo non è una singola azione, ma uno o più interi indici, per via della differenziazione.
In questo caso, un trend ribassista comporta che un intero mercato sia al ribasso, e ciò può avvenire per svariati motivi, i più seri dei quali possono essere guerre, pandemie, o scoppi di bolle su mercati che erano stati sopravvalutati per lungo tempo.
Per via della differenziazione introdotta usando una replica di un indice borsistico come veicolo di investimento, una diminuzione del valore del vettore comporta sempre una buona opportunità di acquisto, a meno che l'intera economia non crolli (nel qual caso nessun investimento terrebbe e nessuno potrebbe predire gli effetti, anche a livello di tenuta sociale). Questo ridurrà il prezzo di medio carico e amplificherà il recupero del valore non appena il mercato invertirà il trend. Trend che, la storia insegna, è sempre positivo sul lungo termine. Quindi, se si persegue una strategia di lungo termine investendo per la FI attraverso ETF a replica di indici borsistici, occorre dimenticare la parola "vendere" e focalizzarsi sull'accumulo.

E voi? Avete mai commesso un errore di investimento dettato dalla pressione?

 

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