Le cryptocurrencies, azzardo o investimento?

Ne avevo accennato in precedenti post sull'indipendenza finanziaria e sulla asset allocation, ed oggi gli dedico un intero articolo.


Cosa sono le Cryptocurrencies?

Con il termine Cryptocurrencies si intendono tutte le monete digitali che utilizzano la tecnologia blockchain. Wikipedia le definisce così:

Il vocabolo criptovaluta o criptomoneta è l'italianizzazione dell'inglese cryptocurrency e si riferisce ad una rappresentazione digitale di valore basata sulla crittografia. L'etimologia del vocabolo deriva dalla fusione di "cryptography" (crittografia) e "currency" (valuta): si tratta di una risorsa digitale paritaria e decentralizzata.

Il Bitcoin è il primo e più famoso esempio di Cryptocurrencies, d'ora in avanti Crypto nell'articolo.

Nel lontano 2008, un presunto gruppo di sviluppatori software, sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, hanno scritto il documento che specifica il funzionamento della rete Bitcoin, prima criptovaluta mai creata, lanciando così il termine Cryptocurrency e basata sulla tecnologia Blockchain. Il concetto era creare una valuta digitale che non fosse regolata dalle banche, con cui fosse possibile pagare potenzialmente qualunque servizio,  e che avesse un alto livello di sicurezza. A differenza di una valuta tradizionale, il Bitcoin non aveva e non ha un sottostante che ne garantisce il valore, e pertanto è estremamente volatile.

Il documento che descrive il suo funzionamento stabilisce anche alcune caratteristiche essenziali del Bitcoin:

  • I nodi della rete decentralizzata che operano le transazioni e le validano, vengono remunerati per questo lavoro, permettendogli la coniatura di nuovi Bitcoin (mining)
  • Il premio per i nodi della rete in nuovi Bitcoin coniati dimezza ogni 4 anni (Halving)
  • Il numero massimo di Bitcoin verrà raggiunto nel 2040, e  sarà di 21 milioni di Bitcoin.

Dopo il Bitcoin, diverse altre Crypto sono state lanciate, alcune delle quali non hanno alcun tetto e nessun meccanismo di halving.

La tecnologia su cui si basano, la Blockchain, è una catena di blocchi di transazioni crittografate, ciascuno dei quali si collega al precedente, rendendo immutabile lo storico di tutte le transazioni precedenti. Una nuova transazione viene aggiunta alla catena se la maggioranza dei nodi paritari della rete la valida; il che rende estremamente difficile falsificare una transazione. Se a questo si aggiunge che la rete dei nodi è di tipo interamente decentralizzato, si intuisce come questa tecnologia possa rendere disponibile una valuta al di fuori di qualunque circuito ed intermediazione bancaria, e di utilizzo anonimo.

Se non c'è intermediazione bancaria, come si gestisce una valuta interamente digitale?

Per possederla occorre comunque comperarla, ossia scambiarla con una moneta tradizionale, ad esempio il Franco Svizzero. Questo può essere fatto attraverso gli Exchange, dei servizi che permettono di comperare Crypto, allo stesso modo in cui i Broker permettono di comperare ETF.

E una volta acquistata, dove finisce questa valuta digitale? Occorrerà procurarsi un Wallet, o "portafoglio", che dovrà essere protetto e tenuto in sicurezza, così come si farebbe con un portafoglio fisico, perché l'assenza di intermediazione bancaria vuole anche dire che tutte le misure di sicurezza per non essere derubati sono interamente delegate al possessore della Crypto. Per esempio, il portafoglio ha una serie di 12 parole di sicurezza che permettono di recuperare il saldo o spostarlo su un altro portafoglio. Queste 12 parole sono conosciute solo ed esclusivamente dal proprietario del portafoglio, e la loro perdita corrisponde a tutti gli effetti alla perdita del portafoglio con il denaro. E non c'è un'assistenza clienti che possa aiutare nel recupero, né un'assicurazione che possa bloccare transazioni che non riconosciamo, né un link per il ripristino delle password...

Per questo motivo oltre a portafogli anch'essi interamente digitali sotto forma di app su smartphone, esistono portafogli fisici, costituiti da piccoli hard disk o chiavette di memoria che contengono tutte Crypto in nostro possesso. Molti utenti sostengono che i portafogli digitali vanno bene per cifre non elevate, mentre se si possiedono grandi quantità di criptovalute, è preferibile usare un portafoglio fisico. 

Le criptovalute possono essere considerate come forma di investimento?

Ad oggi la risposta sembrerebbe scontata, un sonoro SI, ma occorre essere molto prudenti, perché le criptovalute sono nate per poter eseguire acquisti senza intermediazione bancaria soprattutto online e non hanno un sottostante, pertanto la volatilità è grande, così come il rischio ed il guadagno potenziale, basti vedere gli andamenti di gennaio e quelli storici per il Bitcoin: 


 
andamento storico Bitcoin (BTC) in USD

Mentre dieci anni fa, all'inizio della storia delle criptovalute, non era scontato pensarle come forma di investimento, oggi è un dato ormai accettato da molti investitori, corroborato dall'ingresso di grandi aziende come Microstrategy che hanno trasferito le loro riserve di liquidità nelle criptovalute; alcuni investitori sostengono che poiché la tecnologia è energivora, investire in criptovalute equivale ad investire in commodity energetiche.

E dal punto di vista di un investitore che persegue la libertà finanziaria?

A mio modo di vedere il rischio che delle criptovalute non rimanga nulla (era una delle opinioni dominanti solo tre anni fa) è un rischio remoto: hanno retto per oltre dieci anni, e non c'è un vero motivo per cui dovrebbero implodere da un momento all'altro. Nel caso dei Bitcoin poi, il tetto sul volume fa presagire una crescita in valore, di pari passo con la diminuzione della velocità di conio, quindi perché precludersi l'opportunità di un investimento potenzialmente molto remunerativo? Ma attenzione, è evidente che si tratta di un investimento rischioso, quindi la sua entità dovrebbe essere limitata alla parte di patrimonio che si è pronti a perdere: un tetto al 5% del patrimonio netto potrebbe essere ragionevole.

Definito il quanto, su quali criptovalute investire? Ne esistono già decine, e ne nascono di nuove di continuo; dal mio punto di vista l'opzione più sicura è di puntare su quelle già consolidate, con ampia capitalizzazione e una solida storia, come Bitcoin ed Ethereum. Ma una piccolissima quanitità potrebbe anche essere puntata su una criptovaluta emergente o particolarmente simpatica... Doge anyone?

E voi? avete già trovato un posto per le criptovalute nel vostro portafoglio?



Se questo articolo ti è piaciuto aiutami a far crescere questo blog segnalandolo ad amici e parenti, e se vuoi seguirlo iscriviti e riceverai una email di notifica per ogni nuovo post.

Ho creato un sondaggio su Doodle, completamente anonimo, dite la vostra!

Posterò in futuro i risultati in un articolo ad hoc.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.