Radio Clubhouse - c'è spazio per un altro social?


In principio fu Myspace. 

Era il 2004 e Myspace offriva agli utenti la possibilità di creare la propria pagina e configurarla in molti suoi aspetti: uno spazio ove creare contenuti testuali, video e musica, con la possibilità di interazione tra gli utenti e la creazione di gruppi. Il sistema però era molto caotico, e richiedeva un po' di conoscenze tecniche di meta programmazione per ottenere un buon risultato. Inoltre era terreno di caccia ideale per hackers e malintenzionati.

Nel 2006, prima ancora di Facebook,  fece capolino ASW, o ASmallWorld, un social network basato su viaggi e lifestyle ad accesso strettamente su invito, che periodicamente creava eventi per incontrarsi in persona, nelle principali città del mondo. ASW all'epoca rappresentava l'opposto di Myspace: un ambiente riservato, controllato, in cui ogni utente era reale, referenziato da altri utenti a loro volta referenziati, e non esistevano profili falsi o multipli.

Solo un anno più tardi, nel 2007, Facebook iniziava timidamente a prendere piede anche il Europa: un social aperto, che permetteva di dotare la propria pagina di contenuti, pur senza le complicazioni di Myspace, e soprattutto permetteva di mettersi in contatto con le persone della propria infanzia, che si erano perse di vista con il passare degli anni. All'inizio questo era; se avete visto il film The Social Network, ricorderete che nacque proprio come un registro digitale degli alunni delle scuole americane.

Tralasciando i social network di natura professionale, come Linkedin o Xing, Facebook ha aumentato il numero di utenti negli anni in modo vertiginoso, dominando la scena dei social networks, ha acquisito società, aggiunto funzionalità, rendendo quello che era un social facile ed intuitivo un prodotto complesso ed integrato, con notevoli implicazioni di privacy e sicurezza, su cui una gran parte degli utenti passa ore ed ore a consumare contenuti e crearsi opinioni. Con l'integrazione dei video, di fatto Facebook ha parzialmente sostituito la TV per molti degli utenti.

Integrazione video che si è resa necessaria con l'affermarsi di alcune delle piattaforme video online, come Youtube e TikTok, piattaforme ove i creatori di contenuti possono essere gli utenti stessi e che hanno modificato completamente il nostro rapporto con la Televisione. Tanto che gli apparecchi televisivi hanno dovuto adeguarsi ed equipaggiarsi per il supporto di tali applicazioni, in un modo o nell'altro.

Ad oggi si può tranquillamente dire che il fenomeno dei social network e quello delle piattaforme OTT (over the top) come YouTube (ma anche Netflix, Amazon Prime, Hulu..) hanno modificato per sempre il nostro rapporto con la fruizione dei contenuti video, provocando un terremoto presso i broadcaster tradizionali come RAI o Mediaset e costringendoli ad adeguarsi aprendo a loro volta dei canali sui mezzi alternativi.

Quindi la tecnologia ha cambiato il modo in cui fruiamo della TV: da scatola magica atta a ricevere segnali definiti da una emittente centrale e con poche interazioni, a schermo per la ricezione dei contenuti più svariati, sia scelti da un grande produttore, che provenienti da una moltitudine di utenti che vogliono condividere i propri video. Sia trasmessi in diretta che forniti on demand, ossia senza dover sottostare ad un palinsesto definito da altri.




Ma il mezzo di comunicazione di massa più vecchio, la radio, sebbene in parte sia stata trasformata con il fenomeno dei Podcast, l'equivalente dei canali Youtube per la TV, non aveva ancora conosciuto il terremoto dei social. Ossia: era sbarcata sui canali social esistenti, con pagine dedicate e dirette video, ma non era stata ancora "dematerializzata" e "democratizzata", tanto per citare due delle 6D della Tech Disruption.

Finora. 

Clubhouse è infatti un social network, per il momento solo su invito e solo su iPhone, in cui gli utenti interagiscono tra loro creando stanze tematiche che possono essere a numero chiuso, fino ad un massimo di 5000 utenti, ove si parla dell'argomento scelto con o senza l'intervento di moderatori a seconda delle intenzioni dei creatori della stanza.

Alcune stanze sono di puro ascolto: ce n'è una ad esempio che trasmette la rassegna stampa ogni mattina. In questa stanza non ci sono interventi, ma un moderatore che legge i titoli dei giornali del giorno, mentre il resto dei partecipanti ascolta.

Alcune (troppe) sono incentrate sul come utilizzare e monetizzare il nuovo social: la discussione qui è fatta da e per professionisti del social marketing, che stanno anch'essi cercando di orientarsi all'interno di questo nuovo strumento, per massimizzarne l'efficacia.

In alcune stanze si parla di sport, o di cucina, di politica o di economia, e spesso tra i moderatori, o tra gli ospiti a microfono aperto ci sono giornalisti o personaggi del settore; ogni utente che ascolta attraverso lo smartphone, silenziato di default, ha la possibilità di alzare la mano per prenotare un intervento, o porre una domanda all'ospite di turno. A discrezione dei moderatori gli potrà essere data la possibilità di condividere il palco virtuale con gli ospiti per porre le proprie considerazioni. 

Il fatto che il social sia solo su invito, al momento, garantisce che gli utenti siano profili reali. Questo ha un primo impatto importante: connettersi con Elon Musk, ed averlo ospite in una stanza per parlare di Business, comporterà un rapporto diretto con Elon Musk, di cui si sentirà la viva voce e si interagirà con lui ponendogli domande e ascoltandone le risposte.

Sabato mattina della settimana scorsa c'è stato un interessante esperimento, da quel geniaccio di Fiorello: ha aperto una stanza verso le 7:00 di mattina, ed ha permesso a chiunque di connettercisi. Poi ha dato a tutti la possibilità di parlare, contemporaneamente, senza alcuna moderazione. L'esperimento è stato interessante perché era come essere ad un chiamata di gruppo, ove si doveva trovare il momento giusto per intervenire e interagire con Fiorello. Allo stesso tempo, ci scommetterei, è stata una prova generale per uno dei suoi sketch in vista di San Remo.

Sembra quindi essere molto simile ad un talk show radiofonico, solo che anche qui il palinsesto non è definito da un'emittente radiofonica centralizzata, bensì dagli utenti stessi che creano le loro stanze tematiche nel giorno scelto e all'orario scelto, e permettono ad altri utenti di unirsi e partecipare alla discussione.

Il tutto, al momento, senza alcuna pubblicità. Sarà interessante capire come verrà monetizzato il nuovo social: probabilmente i social manager dei brand finiranno per avere mandato di creare eventi su Clubhouse con importanti ospiti, al fine di garantire la visibilità del brand e coinvolgere il più alto numero di utenti. Spero vivamente che non introducano messaggi pubblicitari temporizzati ad interrompere le stanze, o l'attrattività del social, che al momento del post ha già oltre 8 milioni di utenti, verrà meno molto rapidamente.

E voi avete già provato Clubhouse? Che ne pensate? Avrà successo o passato l'entusiasmo iniziale verrà dimenticato? Come credete che verrà monetizzato dai suoi creatori?

 



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