Medicina di frontiera e aspettativa di vita

Negli ultimi 60 anni l'aspettativa di vita nel mondo è andata aumentando costantemente, anche nelle zone afflitte da problemi endemici di carestie, scarsità d'acqua, guerre o instabilità politica, come si può vedere nel report del Sole24ore, limitatamente ai dati 1960-2015.

Questo trend che sembra inarrestabile, in buona parte è dovuto alla disponibilità sempre maggiore e a buon mercato di farmaci, al miglioramento delle condizioni economiche di ciascuno stato, ma anche ai notevoli progressi tecnologici degli ultimi 60 anni. 

Mentre sono evidenti gli impatti nelle zone meno sviluppate, come Africa sub Sahariana e Asia del Sud, lo sono anche nelle zone già ampiamente progredite, come il Nord America, ove l'impulso delle nuove tecnologie è tradizionalmente forte. 

Se guardiamo ad un periodo ancora più ampio, per chi fosse interessato raccomando la lettura del report qui, è anche evidente come la forbice relativa alle differenze tra aspettativa di vita nelle zone ricche e quella nelle zone povere si sia costantemente ridotta, testimoniando un'impatto maggiore nei paesi poveri che nei paesi ricchi: se nel 1950 l'aspettativa di vita in Africa era poco più di 30 anni, oggi è raddoppiata, ed il gap tra le aree ricche del mondo e quelle povere si sta ancora riducendo.

 


Ancor più interessante è vedere come questo incremento nell'aspettativa di vita media abbia impattato principalmente gli anni di vita "sani", mentre la sopravvivenza negli anni di "disabilità", ossia di convivenza con le patologie della vecchiaia, sia rimasto pressoché costante, come si vede dal grafico sotto.



Questo porta a due considerazioni:

1. Per fortuna l'aspettativa di vita si allunga permettendo di essere sani più a lungo: se nel 1990, all'età di 57 anni ci si poteva aspettare di entrare nella fase di convivenza con una malattia o una disabilità, nel 2016 questo non avviene fino al raggiungimento dei 62 anni, in media. Un guadagno di 5 anni di salute in 26 anni non è poca cosa.

2. Il lento accrescersi dell'aspettativa di vita, anche negli anni di malattia porta con sé l'opportunità di poter ancora aumentare in modo significativo anche la sopravvivenza in condizioni di invalidità, cosa che potrebbe ad un certo punto permettere di essere esposti alla disponibilità di una cura per la propria condizione. 

Per il punto 1, come evidenziato dal fatto che negli ultimi 250 anni l'aspettativa di vita è raddoppiata più o meno ovunque, è lecito aspettarsi almeno un progresso lineare di questo andamento evidenziato nel grafico, e pertanto ottenere circa 5 anni aggiuntivi di vita in condizioni di buona salute, per ogni 26 anni. Questo effetto, da solo, comporterebbe un'aumento dell'aspettativa di vita media di 20 anni nel prossimo secolo. Ossia sarà normale aspettarsi di vivere fino a 107 anni nel 2120 (con picchi quindi ben superiori). 

Per quanto riguarda il punto 2, il continuo migliorare delle condizioni in termini economici, di accesso alle terapie e ai farmaci, la disponibilità di nuove tecnologie, andranno ad impattare anche e soprattutto gli anni di vita con patologie, che saranno sempre più gestibili, e pertanto è plausibile prevedere un'aumento nell'aspettativa di vita superiore rispetto a quanto osservato finora. La medicina di frontiera sta da tempo ricercando soluzioni per stabilizzare o addirittura invertire gli effetti degenerativi dell' invecchiamento. Nel 2016 si era riusciti nell'impresa sopprimendo 4 geni nei topi, ed osservando un parziale ringiovanimento nei soggetti del test. Recentemente una tecnica diversa, ma analoga per risultati, è stata applicata sugli umani, portando ad un allungamento del 20% dei telomeri (le code del DNA che si accorciano ad ogni duplicazione cellulare, determinando il deterioramento del DNA stesso), e l'eliminazione di circa il 30% delle cellule senescenti, cosa che non era mai stata osservata prima. 

E' quindi prevedibile che le nuove tecnologie imprimeranno un'ulteriore accelerata al benessere collettivo, così come allo studio di terapie per il prolungamento della vita anche su persone anziane e affette da malattie, e pertanto queste tecnologie contribuiranno a trasformare l'andamento lineare di cui parlavo sopra in una curva esponenziale.



Potremo quindi estendere la durata della vita. 
Ma quanto?

Potremo rallentare l'invecchiamento e congelarci in un'età matura, procrastinando indefinitamente il momento della morte? E con quali impatti su società e risorse disponibili?

Dal punto di vista delle risorse disponibili sembra essere un incubo: immaginiamo che si muoia sempre meno, il numero di esseri umani sul pianeta incrementerebbe ad un ritmo superiore a quello odierno. Ovviamente, come effetto delle migliorate condizioni economiche su tutto il pianeta, anche la natalità andrà diminuendo per via della correlazione tra benessere della società e diminuzione delle nascite, ma il bilancio tra nuovi nati e morti resterebbe positivo, ed il fabbisogno di risorse energetiche, idriche e alimentari non farebbe che aumentare, con tutti gli impatti negativi correlati sull'inquinamento e l'esaurimento delle risorse naturali.

Ma se abbiamo ipotizzato un tale progresso in ambito scientifico, farmacologico e di benessere della società, è lecito pensare che ci sarebbero nuove tecnologie atte a ridurre l'impatto che l'uomo ha sul pianeta, rendendo l'approvvigionamento di energia, acqua e cibo più sostenibile. Semplificando enormemente potremmo immaginare che l'effetto dell'aumento della popolazione sarebbe compensato dall'effetto della riduzione dell'impatto ambientale dell'uomo.

Privati dell'assillo su dove trovare le risorse per tutti, e avendo a disposizione una vita indefinitamente lunga allora divertiamoci ad immaginare quali effetti questo avrebbe sulla società.

La più rara delle commodities, il tempo, ora sarebbe infinitamente disponibile per ognuno. Si potrebbero fare tutte le esperienze desiderate, senza dover rinunciare a nulla. 

Si potrebbe continuare ad imparare indefinitamente; immaginate voi stessi in età scolastica con il bagaglio culturale ed esperienziale che avete oggi. E immaginate di poter reiterare e aggiungere informazioni, esperienze e conoscenze per un arco di tempo indefinito. I maestri e i professori avrebbero tutto il tempo per studiare e provare sul campo i metodi migliori di insegnamento agli studenti, migliorando il sistema dell'istruzione. Gli scienziati ed i fisici avrebbero tutto il tempo per sviluppare ogni teoria, testarla o correggerla, senza la necessità di lasciare in eredità le loro scoperte ad un pupillo nella speranza che, raggiunto il livello di conoscenza del maestro, possa eventualmente migliorarle. 

Questo accrescimento avverrebbe in tutti i campi, incluso quello economico: si continuerebbe a lavorare per un tempo indefinito, l'aumento della popolazione porterebbe ad un aumento dei lavoratori, ognuno dei quali pagherebbe le proprie tasse, portando ad un miglioramento delle condizioni generali e delle infrastrutture, e dei sistemi previdenziali per le persone bisognose (che sarebbero in numero sempre minore, visti i progressi di cui abbiamo parlato).

Il concetto di maturità, oggi posizionato al raggiungimento dell'età di 18 anni, verrebbe stravolto, e potrebbe solo essere messo in relazione al raggiungimento del pieno sviluppo fisico (c'è qualche relazione con il fatto che nascono sempre più spesso bambini privi dei denti del giudizio?)

Anche l'amore e le relazioni sarebbero impattati, e con essi la struttura stessa della società; ad oggi le coppie più longeve arrivano a festeggiare 60 o anche 70 anni insieme; è pensabile un'unione ove il "per sempre" sia da prendere in senso letterale? Forse sarà normale avere più di una relazione stabile contemporanea, con relativa famiglia allargata?

Un aumento indefinito dell'aspettativa di vita porterebbe dei cambiamenti persino in politica. Infatti, sebbene l'orizzonte per gli investimenti e l'azione politica rimarrebbe limitato ai 4 o 5 anni di governo, la classe dirigente, i politici e gli imprenditori in primis, agirebbero con un occhio più attento ai temi della stabilità sociale e dell'impatto ambientale, perché il concetto di lasciare un mondo migliore ai posteri sarebbe sostituito dal costruire un mondo migliore per se stessi.

E che dire dei consumi? Con una sempre crescente popolazione questi non farebbero che crescere, e pertanto l'economia nel suo insieme ne trarrebbe giovamento. Alcuni settori, oggi di nicchia, vedrebbero un aumento significativo dei clienti; si pensi ad attività di sport "estremi" o esperienze uniche. Quanti clienti in più avrebbero, se solo ci fosse il tempo e il denaro per farli?

Ovviamente questo comporterebbe anche un cambio nello stile di vita, se vogliamo che crescenti consumi siano sostenibili, occorrerà selezionare con maggiore attenzione ciò che consumiamo, prediligendo beni e servizi a impatto zero anche se più costosi. D'altra parte, potendo scegliere con chiarezza tra aver più tempo ed aver più soldi, sarebbe ovvio scegliere il tempo. Più tempo significa anche più opportunità per fare soldi, come insegnano gli investimenti.

Un bel sogno eh? Eppure, un poco alla volta anche solo parzialmente, questi cambiamenti sono reali ed impattano il nostro presente, così come impatteranno sempre maggiormente il nostro futuro. E che fortuna poter esserne testimoni!


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