CINEMA - The Social Dilemma

Ne parlano in molti ormai da giorni, è il nuovo docufilm di Netflix, che ha come tema i Social Networks e il loro effetto sulla vita degli individui, delle comunità e dell'intera società.

L'impianto è semplice: una serie di interviste ad ex managers di Facebook, Google, Instagram, Pinterest e altri, intervallati da una storia di famiglia normalmente alienata dall'uso dei social networks, ove un'entità terza, tecnologica e potente, compete con gli altri esseri umani che ruotano attorno a ciascun membro della famiglia per la conquista della loro attenzione e del loro tempo.


Sebbene nei temi trattati non ci siano grandi novità per chi mastica un po' di tecnologia o è semplicemente appassionato di novità, trovo che ci siano nel film alcuni spunti di riflessione degni di nota di cui stiamo già facendo esperienza tutti quanti, corroborati da grafici e numeri. Provo a riassumerli qui.

1. La tecnologia è neutra. Finché qualche umano non decide di provarla per scopi diversi da quelli per cui era stata creata. Quante volte è già successo nel passato? Si pensi solo alla scoperta dell'energia nucleare, per fare un esempio... le tecnologie social in senso esteso non fanno eccezione ovviamente: Google è nato per creare una copia di internet e renderne efficienti le ricerche. Oggi i suoi algoritmi di monetizzazione rendono i suggerimenti automatici per la ricerca diversi a seconda di chi stia scrivendo poiché Google sa che l'utente ha una posizione specifica su quell'argomento, suggerisce i risultati in linea con le sue posizioni. Ma allora rischia di diventare un grande amplificatore del bias cognitivo di conferma, anziché un mezzo per la ricerca della "verità". Analogamente Facebook, nato come applicazione per eleggere la più bella del campus, si è trasformato oggi nel primo media per news, contenuti di intrattenimento e contenuti politici grazie ai suoi algoritmi di monetizzazione. Con la differenza che il controllo sulle fake-news è pressoché assente. Questo porta al punto successivo:

2. Non tutta la tecnologia è neutra, in effetti. Gli algoritmi di monetizzazione si basano su un concetto: vinci l'attenzione dell'utente. Questo porterà alla possibilità di introdurre messaggi pubblicitari. Che però devono essere mirati. Quindi: vinci l'attenzione dell'utente, e mantienila con messaggi pubblicitari di suo interesse. Grazie ai dati sulle nostre abitudini e preferenze raccolti da queste piattaforme ciò è possibile, e fin qui siamo ancora nell'ambito della neutralità della tecnologia. Quand'è che essa vacilla? Quando la psicologia e le tecniche di manipolazione si intrecciano con gli algoritmi per la monetizzazione. Infatti, come da sempre nel settore pubblicitario, l'obiettivo è ingaggiare il cliente facendo leva sulle sue emozioni, parlando al suo inconscio emotivo ed istintivo e bypassando quanto più possibile il suo io razionale. Ma che succede se si applicano queste tecniche in ambito politico, o sociale o economico? Si ottiene la manipolazione di intere masse, che risulteranno sempre più polarizzate e senza possibilità di dialogo. Avete un déjà vu eh? Ma si, lo vediamo ogni volta che si avvicina un'elezione e il "gregge" degli elettori viene polarizzato a dovere su posizioni che sembrano inconciliabili e con toni che sembrano da curva sud dello stadio. Pensate queste tecniche applicate alla generazione di contenuti "verosimili" ma non veritieri, le fake news. Queste titillano l'io emotivo delle persone per cui quegli argomenti sono importanti, e fanno di queste persone dei crociati che spesso e volentieri non investono tempo nel verificare la notizia. Questo porta al punto successivo:

3. La tecnologia responsabile. Quando i modelli di business e di monetizzazione di una tecnologia la cambiano anche parzialmente, così come il loro uso, la società intera, la politica in primis, dovrebbe riflettere sul definire un chiaro ambito di responsabilità della società che fornisce i servizi in questione.  Dal momento che con i big data disponibili alle varie Facebook, Google, Instagram e similari è possibile inviare messaggi mirati ad ogni singolo utente, è essenziale che i messaggi veicolati rispondano a criteri di eticità, che siano veritieri, che non siano dannosi. E' qui che la forza morale dell'uomo deve imporsi sopra il dominio delle macchine, e deve farlo subito, poiché le capacità tecnologiche crescono ad un ritmo tale che, senza controllo, portano e continueranno a portare ad effetti nefasti ed imprevedibili. Non a caso tra gli intervistati di The Social Dilemma, c'è chi inizia a temere una guerra civile. 

4. La tecnologia cresce esponenzialmente. E' un dato di fatto, come già teorizzato dalla legge di Moore negli anni '60-'70. La tecnologia, la rapidità di calcolo dei computer per esempio, ma anche la velocità di trasmissione dati in rete, o la capacità di memorizzazione, crescono in modo esponenziale, portandoci ad un vero e proprio imperativo morale: se non agiamo responsabilmente nei confronti della tecnologia sia a livello politico, che a livello aziendale, che a livello di singoli utenti, la tecnologia prenderà facilmente il sopravvento, rendendoci automi che agiscono sulla base di "suggerimenti" che un algoritmo complicatissimo ha scelto per noi.  

Non si sta dicendo che la tecnologia è cattiva, al contrario. Ma mentre il progresso cresce a ritmi da capogiro, il quadro normativo di riferimento non riesce a stare al passo, e questo in particolare lascia aperte aree grigie di utilizzo anche fraudolento delle tecnologie, che potrebbero avere effetti negativi se non devastanti, e nel film se ne fanno alcuni esempi. 

Analogamente nel film "Brexit" si racconta com'è andata la campagna referendaria per l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa, primo caso di campagna referendaria online eseguita con l'ausilio dei big data ottenuti fraudolentemente, come ormai noto dal caso Cambridge Analytica, nell'assenza o meglio nel ritardo di intervento da parte del governo. In quanti altri ambiti il ritardo è ormai conclamato? Si pensi all'infotainment a bordo dei veicoli, che per il guidatore viene oscurato durante la marcia. Un sistema simile sarebbe tecnicamente possibile anche sugli smartphones, ad esempio impedendo la lettura o scrittura di messaggi quando si è alla guida, ma ad oggi non c'è una legge che lo imponga, e di conseguenza non si è sviluppata la soluzione tecnologica che eviterebbe un numero elevato di incidenti stradali. 



E mentre la politica e le società discutono come perfezionare le norme che regolano l'utilizzo della tecnologia, l'unica arma che abbiamo è proteggerci da soli, essere consapevoli dei rischi, esercitare il senso critico, darci dei limiti anche nel tempo di utilizzo, se necessario. 

D'altra parte, così come per le notizie, per cui quelle negative viaggiano 6 volte più rapidamente di quelle positive, dobbiamo essere consapevoli che i problemi delle nuove tecnologie hanno un moltiplicatore che li fa percepire come più grandi rispetto ai vantaggi che esse hanno da offrire, e pertanto non dobbiamo mai perdere l'ottimismo e la consapevolezza sul fatto che tali tecnologie hanno anche un effetto estremamente positivo nella soluzione di problemi di tutti i giorni, dalla gestione delle emergenze alle raccolte fondi, fino al permettere agli expat come me di tenersi in contatto con i propri cari.

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