Le rischiose somiglianze tra borsa e gioco



Quando ci si avvicina agli investimenti da giovani si ha la propensione al rischio adatta per provare ed imparare sulla propria pelle i meccanismi dell'investire in borsa. 
Se si è avveduti lo si fa con piccole somme, puntando su aziende di mercati che si conoscono ed evitando gli strumenti volatili che permettono vendite allo scoperto o acquisti in leva, e quindi facendo davvero affidamento solo sulla propria liquidità, ed accettando che la parte di essa che si investe in borsa possa rapidamente perdere anche gran parte del proprio valore.
Se si è ancora più avveduti, si definiscono in anticipo le soglie di innesco di ordini automatici di acquisto, per fare un affare, o di vendita, sia per prendere profitto di un buon affare se il prezzo di vendita è superiore al prezzo di acquisto, che per porre un limite accettabile ad una perdita, nello sventurato caso in cui il prezzo di vendita fosse inferiore a quello di acquisto.
Sperabilmente, l'investimento inizia a crescere, magari a staccare anche dividendi, e questo innesca una sorta di euforia nell'investitore, che tipicamente inizia a monitorare l'investimento e a cercarne altri che possano essere remunerativi. Vedere i propri soldi crescere è piacevole e ci fa sentire capaci di dominare il mercato dandoci ebbrezza e l'illusione che sia tutto sotto controllo e che possiamo replicare gli effetti positivi e accelerare la nostra cavalcata verso un futuro agiato di investimenti che lavorano al posto nostro e ricchezze che si accumulano come per magia senza alcuno sforzo.

Questa euforia della vincita è molto, troppo vicina a quella che si prova con il gioco d'azzardo, ed ha simili rischi, pertanto occorre sempre agire razionalmente ed evitare le trappole dell'investitore di cui ho già parlato qui.

Ma è anche vero che alcune tecniche, tipiche dei giochi d'azzardo, possono essere applicate agli investimenti.

L'esempio più eclatante è l'investimento in opzioni binarie: queste permettono di puntare su un titolo e sul suo andamento nel prossimo quarto d'ora o nei prossimi cinque minuti. Se il titolo sale (o scende) e si azzecca, si può raddoppiare - o anche più - la puntata, altrimenti si perde tutto. Ma ci sono anche altri modi di avvicinare i due mondi, senza l'assillo della puntata "a tempo".

Siete mai andati al Casino a giocare alla Roulette? Conoscete la ruota con 36 numeri, 18 neri e 18 rossi, e vi è mai capitato di vedere persone giocare persino su più tavoli contemporaneamente, magari puntando sul proprio numero fortunato? O magari avete visto persone puntare su combinazioni geometriche sul tavolo da gioco, come i cavalli, le terzine o i carré, oppure semplicemente puntare sul rosso o sul nero?
Ora secondo le regole del gioco, e in linea con la probabilità di vincita, ciascun tipo di giocata paga un moltiplicatore diverso. 
Nel caso della giocata più semplice, ossia puntare sul rosso o sul nero, questo corrisponde ad avere circa il 50% delle probabilità di vincita (48,65% per l'esattezza, ma escludiamo lo zero dalla ruota per semplicità). 
Ogni tiro successivo sarà un evento a sé stante, perciò la probabilità che esca ancora lo stesso colore sarà ancora circa del 50%. 

Per la legge dei grandi numeri tuttavia, se abbiamo un numero di giocate sufficientemente grande, la distribuzione delle uscite del "Rosso" e la distribuzione delle uscite del "Nero" sarà uguale, ossia statisticamente usciranno tanti rossi quanti neri. 



Uno scenario simile si potrebbe verificare se si dovesse indovinare il colore di una carta di un mazzo (tra rossi e neri) di carte infinite (ovvero il conteggio delle carte residue non dovrebbe essere possibile), o indovinare l'uscita di una carta di valore superiore al 5 o inferiore al 5, puntando "alto" o "basso", usando un mazzo infinito di carte di valore da 1 a 10.

Negli scenari sopra, un giocatore smaliziato potrebbe puntare su un colore, o sull'alto, e raddoppiare la puntata ad ogni giro, fino al momento in cui esca il colore dichiarato, o la carta alta. In questo modo, con l'ultima puntata, quella vincente, il giocatore avrebbe coperto tutte le perdite precedenti e avrebbe anche vinto l'ammontare della prima giocata. 


In altre parole, è statisticamente certo che un giocatore prima o poi vinca utilizzando questa tecnica, se ha liquidità sufficiente a coprire tutti i raddoppi successivi necessari; non a caso questa tecnica è normalmente vietata nei Casino.

Ma non è vietata in Borsa: ossia, se si è individuato un titolo su cui puntare (i cui fondamentali siano solidi), è possibile applicare un principio simile. Vediamo un esempio in dettaglio, e valutiamo se sia davvero una buona tecnica.

Supponiamo che si sia individuato un titolo su cui puntare, e che si voglia fare della speculazione, ossia investimento a breve termine (giocare in borsa, appunto). L'obiettivo sarà comperare il titolo per rivenderlo ad un valore più alto, e il "giocatore" dovrà come prima cosa avere in mente quant'è il guadagno che vuole portarsi a casa, ad esempio un 5%.
Ora immaginiamo che il valore del titolo sia 100€ ad azione, e che dal suo andamento storico si osservi un'oscillazione attorno al valor medio del +/-5%. 
Immaginiamo che il giocatore-investitore investa, o punti, la cifra iniziale di 10.000€, che per semplicità supponiamo suddivisa in 100 azioni da 100€ ciascuna.
Se il titolo sale del 5%, il giocatore venderà poiché ha già ottenuto l'obiettivo di guadagno che si era preposto. Se il titolo scende, il giocatore-investitore raddoppierà la "puntata-investimento".
Come nell'esempio delle carte, il giocatore sta puntando su "alto", ossia scommettendo sull'apparizione di un evento binario (guadagno del 5%).
Il giocatore con una indefinita capacità di fondi a disposizione, setterà anche la soglia al di sotto della quale scatti la seconda puntata-investimento , ossia l'acquisto di ulteriori azioni, all'avverarsi di una svalutazione del -5%, così, se il titolo scende, ossia esce il "basso", quando il titolo arriverà alla soglia impostata e quindi al valore di 95€, il "giocatore" punterà il doppio della puntata precedente, sperando ancora nell'uscita dell' "alto", ossia nel verificarsi di un incremento di valore del 5% per l'azione acquistata.

Quindi, sintetizzando ecco come potrebbe andare una ipotetica "giocata":
  • nella prima "puntata" il giocatore-investitore ha scommesso (acquistato) 10.000€ sull'evento "alto" (incremento del 5% del valore dell'azione) - come visto, il giocatore-investitore ha acquistato 100 azioni da 100€ l'una.
  • esce il "basso" (l'azione si svaluta del 5%) - in questo evento, il portafoglio del giocatore-investitore si è svalutato a 9.500€, e ciascuna azione a 95€.
  • il giocatore effettua una seconda puntata raddoppiando la "posta", cioè il valore investito, a 19.000 €, e sperando ancora sull'evento "alto". Avendo comperato le nuove azioni a 95€, il portafoglio sarà costituito dal doppio delle azioni della prima "giocata", ossia 200.
  • esce ancora in "basso", con un'ulteriore svalutazione del 5% - ora il valore del portafoglio è sceso dai 19.500€ precedenti a 18.050€; ciascuna azione vale ora 90€
  • il giocatore raddoppia ancora la "posta", e investe altri 18.050€, ora il patrimonio investito è di ben 36.100€, e punta ancora sull' evento "alto", attende cioè che il titolo cresca del 5%. 
  • Il giocatore è sfortunato, ed esce ancora l'evento "basso", decretando un'ulteriore perdita del 5%. Ora il portafoglio vale 34.295€ e ciascun azione vale 84€

  • Il giocatore-investitore raddoppia ancora, si trova con 68.590€ investiti, e ben 400 azioni in portafoglio, e attende l'uscita dell'"alto".

  • Esce finalmente l'evento "alto"; un bel guadagno del 5% sul titolo in possesso del giocatore-investitore, che porta il portafoglio al valore di 72.020€, con un guadagno esattamente del 5% sull'investimento iniziale. 


Verrebbe da pensare che se applicassimo il procedimento su titoli solidi e impostassimo soglie automatiche di acquisto e vendita sufficientemente basse potremmo ripeterlo un elevato numero di volte e moltiplicare i guadagni. 



Ma è davvero così? Abbiamo un modo matematico per guadagnare in borsa, magari sfruttando incrementi e decrementi marginali su un titolo e prendendone vantaggio con operazioni frequenti, anche nello stesso giorno?

Magari! Infatti questa tecnica ha numerosi svantaggi:

  • Occorre conoscere il prodotto su cui si scommette, valutare quali sono le soglie di oscillazione che può raggiungere e in quanto tempo, ed essere sicuri che non si svaluti indefinitamente fino al fallimento. Questo punto può essere mitigato scegliendo un ETF ben differenziato come strumento di "gioco".
  • Occorre disporre di una quantità di denaro da investire indefinitamente grande: infatti non possiamo predire con certezza quando l'evento "alto" si verificherà. Questo comporta un costo-opportunità che non è stato considerato nell'esempio (ossia il mancato guadagno che avrei potuto ottenere da questa liquidità se l'avessi investita altrove).

  • Nel caso in cui l'evento "alto" si avverasse per primo, avremmo un guadagno risibile, e se utilizzassimo un ETF per mitigare il rischio, ci troveremmo subito fuori dal gioco, a meno di non ricomperare ad una cifra maggiore, per rimanere nel gioco. Questo avrebbe un buon effetto solo per il broker, che ogni volta guadagnerebbe con le commissioni di acquisto! Meglio investire in ETF e tenerlo in portafoglio che venderlo a +5% e ricomperarlo ad un prezzo magari ancora più alto.

  • Analogamente, se l'evento "alto" tardasse a presentarsi, l'esecuzione di molte operazioni di acquisto comporterebbe dei costi multipli di transazione, non considerati nell'esempio, che andrebbero ad avvantaggiare solo il broker, e ad erodere i guadagno ottenuto al presentarsi dell' evento "alto".


In conclusione, sebbene ci siano delle similitudini tra il gioco d'azzardo e l'investire in borsa, quest'ultima attività ha complessità uniche e impredicibili, ed è molto rischioso affidarsi al mero calcolo probabilistico. Per fortuna esistono strumenti che permettono di partecipare ai benefici del mercato mitigando i rischi come gli ETF che possono garantire comunque dei bei guadagni su un orizzonte di medio-lungo termine, a prezzo del fatto di essere sì, molto più noiosi che un giro di roulette al Casino.


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