Film - US

Oggi vi parlo di un altro film che mi ha colpito. Un film strano, senz'altro. 

Si tratta di "US", del regista Jordan Peele, di cui avevo già recensito l'ottimo "Get Out". 

Prima di tutto devo ammettere che non mi sono imbattuto in questo film in modo casuale: non ho cercato la filmografia di Peele ma sapevo che "US" fosse un suo film prima di iniziare a vederlo, pur non conoscendo null'altro; nè storia, nè interpreti, nè gradimento di pubblico. Normalmente infatti, sebbene mi piaccia il cinema (e la Tv, per quanto riguarda le serie), non amo leggere di cinema o leggere di TV, almeno non prima di aver visto ciò che attrae la mia curiosità. 

Gradisco essere sorpreso da un film di un genere che mi piace, con attori che mi piacciono, con una locandina o un titolo interessante o magari diretto da un regista che seguo, e Peele era appena entrato nella mia watchlist. 

In questo caso il regista mi aveva recentemente colpito con "Get Out", il genere era di mio gradimento e la locandina di "US" mi era sembrata decisamente interessante.


Ma veniamo al sodo.

Il film è un thriller di quelli che hanno diversi livelli di lettura; si apre, durante i titoli, con una sequenza che si allontana lentamente da una serie di gabbie contenenti conigli tutti bianchi, tranne uno. 

Subito dopo, la scena mostra lo spot pubblicitario della iniziativa di beneficienza "Hands Across America", che avrebbe dovuto generare una catena umana da costa a costa, in segno di supportato per i senza tetto e gli indigenti a fine anni ottanta, iniziativa che non ebbe un grande successo di partecipazione. Siamo quindi nel passato, nel 1986, e l'evento che apre il film è la sparizione temporanea di una bimba di colore che si perde nell'attrazione della casa degli specchi del Luna Park in un momento di distrazione dei genitori. 

Nel labirinto degli specchi, la bimba si imbatte in una sua sosia che la aggredisce. I genitori quando si accorgono che la figlia è scomparsa, la cercano disperati nell'area del Luna Park e in spiaggia e alla fine la ritrovano proprio in spiaggia; ma la bimba sembra scioccata e non più in grado di parlare.

Passano trent'anni, e Adelaide, questo il nome della bimba, cresciuta, è ora ben inserita in società, mogie e madre di due figli. 

Tutta la famiglia decide di andare in vacanza a Santa Cruz, lo stesso posto dove era avvenuto l'episodio che la aveva scioccata da bambina rendendola temporaneamente muta. Adelaide ha da subito dei cattivi presentimenti, ma questo non ferma la famigliola dal proprio piano di vivere una tipica vacanza americana...

Attenzione - da qui in poi ci sono spoiler! Se volete vedere il film, fatelo prima di leggere oltre!

Arrivati alla casa della vacanza, si accorgono che ci sono 4 individui nel loro giardino, tutti vestiti con una tuta rossa, un guanto da pilota su una sola mano, e un paio di forbici, che li fissano e che hanno esattamente le loro sembianze. Una di loro, Red, è identica ad Adelaide e non riesce a parlare bene, mentre gli altri sono tutti muti, ed ognuno di loro è identico ad un membro della famiglia originale. 

I quattro, una volta entrati in casa si dimostrano aggressivi e con la chiara volontà di sostituire la famiglia originale, che ovviamente farà di tutto per sfuggire ai propri sosia aguzzini.

Claudette Barius/Universal Pictures


Durante il film scopriamo che i quattro sosia non sono gli unici in giro: esiste anche una copia degli amici dei protagonisti che hanno affittato una villa poco distante. Questi non riescono a sfuggire alla furia dei propri aguzzini, ma Adelaide e i suoi riescono ad eliminare i sosia dei loro amici per poi darsi alla fuga.

Nello scappare, si rendono conto che il numero dei sosia è molto superiore a quanto credono: in realtà esiste un sosia per ogni americano, gente che era stata generata per via di un esperimento per il dominio della nazione eseguito nel sottosuolo e poi abbandonato, abbandonando i cloni a sé stessi, a vivere una copia della vita dei propri omologhi e ad essere indissolubilmente legati alle loro fortunate versioni di superficie. 

Appare evidente il simbolismo del film: l'armata dei sosia che hanno sempre vissuto nel sottosuolo, tutti vestiti di rosso, che emergono in superficie con obiettivi omicidi rappresentano i deboli, i poveri, i proletari, che sono stati creati nel tentativo di governare la società, ma sono poi stati abbandonati, e la società si è evoluta creando un divario sempre più grande e netto, come quello tra superficie e sottosuolo, tra le due sue componenti borgese e proletaria. 

Al tempo stesso l'armata dei doppioni è del tutto dipendente dalle azioni dei loro omologhi ricchi che vivono in superficie e si vuole affrancare da essi utilizzando le forbici dorate, che simboleggiano il taglio netto tra una società iniqua ed una proletaria e solidale.

Tuttavia anelano anch'essi alla superficie e ad essere liberi e ricchi, e nella fuga  dal sottosuolo, pur avendo come scopo l'instaurazione di un mondo più giusto e solidale (infatti le repliche si tengono per mano nella catena umana che avrebbe dovuto essere Hands Across America), possono solo imporsi con la violenza a scapito dei fortunati, per prenderne il posto. 

L'insurrezione è guidata da "Red", la sosia della protagonista, l'unica che sembra poter emettere suoni con la bocca, l'essere speciale, il coniglio nero, che ha doti di leadership e può affrancare il popolo dei disgraziati.

E' il finale del film a mostrarci chi è davvero il leader della sommossa, perché può malamente parlare, e cosa vuole veramente, invertendo sul finire i ruoli tra prede e predoni e spiazzando lo spettatore. 

Sebbene la trama del film sia del tutto inverosimile, "US" è un bel thriller, molto ben congegnato, ben diretto e interpretato, e che stimola a ripensarlo per qualche giorno. 

Se volete leggerne ancora, dopo averlo visto, inclusa l'interpretazione completa, vi consiglio questo articolo.

Mi sentirei quindi di raccomandarlo decisamente, soprattutto se amate il genere.

E a questo punto dovrò vedermi anche gli altri film di Peele...



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