Come investire per l'Indipendenza Finanziaria parte 1

Dopo aver introdotto alle motivazioni per perseguire l'indipendenza finanziaria (FI), ed aver definito le variabili in gioco, in questo terzo articolo sul tema proveremo a capire come investire per raggiungere l'obiettivo. 

Ma prima un piccolo riassunto:
  • la FI sarà raggiunta quando avremo un capitale in grado di generare una rendita annuale
  • la rendita dovrà coprire i nostri costi annuali
  • si assume che il capitale generi un 4% di rendita, pertanto si definisce il capitale necessario come
                Capitale Necessario = costi annui x 25
  • L'interesse composto, lavorando sugli accantonamenti e sui guadagni annuali incrementali ottenuti, ridurrà il tempo necessario per ottenere l'agognato Capitale Necessario

Bene. Come riuscire ad accantonare il capitale necessario, quindi?
La risposta a questa domanda è semplice: occorre al contempo operare per  
  1. massimizzare le proprie entrate
  2. minimizzare le proprie spese
in modo che la differenza, indipendentemente dalla sua entità, possa essere investita.



Sulle modalità per massimizzare le entrate e ridurre le spese, parlerò in post dedicati, in questo post ci focalizzeremo sulla strategia di investimento, e quindi cercheremo di rispondere alla domanda:

Come investire?

La regola d'oro degli investimenti è comprare a poco e rivendere a un prezzo superiore, giusto? Non sempre! E' vero per chi investe a breve termine, e pertanto per finalità diverse da quelle della FI.

In passato io stesso mi sono divertito ad investire sul mercato azionario ed ero diventato piuttosto bravo a ottenere guadagni sufficienti a pagarmi le vacanze. Conoscevo le aziende su cui investivo, conoscevo il mercato e applicavo le regole d'oro dello stop-loss e take-profit, e in sostanza ero diventato bravo a comprare i titoli che seguivo quando costavano poco, e rivenderli quando avevano raggiunto il valore che mi ero prefissato (take-profit).
Ero più giovane e più propenso al rischio, e poichè non avevo avuto nessuna formazione sugli investimenti (che invece secondo me dovrebbe essere argomento di studio già dalle elementari) mi ero arrangiato da autodidatta, pronto a imparare a mie spese. 
Ignoravo, soprattutto, l'esistenza dei movimenti FIRE e Mustachians, che non avrebbero approvato quelle scelte di investimento (e di utilizzo dei proventi).
Sarebbe stato molto meglio investire con minor rischio, ad esempio su tutto un indice di mercato, e reinvestire i guadagni anziché spenderli in vacanze, in modo da ottenere il beneficio dell' interesse composto.

Quindi, se la finalità è la FI, la regola d'oro degli investimenti è basso rischio e reinvestimento dei rendimenti.

Ora tutti sanno che un investimento a basso rischio comporta un rendimento basso, quindi come si ottiene un buon rendimento senza rischiare di perdere parte del capitale?

La soluzione è la differenziazione.

Un investimento può essere differenziato secondo diverse dimensioni:
  • Mercato - per esempio Information Technology o Automotive
  • Geografia - per esempio Nord America o Cina
  • Strumento - per esempio Azioni, Obbligazioni, ETF
  • Tempo - per esempio in fase economica di espansione o recessione 

Disclaimer: non sono un investitore professionista, quindi quanto segue rispecchia la mia personale visione ed esperienza sul mondo degli investimenti


Per differenziare efficacemente Mercato e Geografia, ed evitare pertanto di investire in una infinità di prodotti, il metodo consigliato è di utilizzare come strumento gli ETF passivi, in particolare i tracker che replicano l'andamento di un mercato azionario di riferimento. 
Tra i più famosi e usati dalla comunità FIRE, ci sono i Vanguard che coprono il mercato americano SP500 e quelli che coprono l'intero paniere mondiale come il Vanguard Total Stock Market. Questi hanno il vantaggio di differenziare sia su base geografica che su base mercato allo stesso tempo, e sono strumenti finanziari economici, in quanto il loro costo è una piccolissima percentuale della quantità da investire. Se si vuole approfondire il tema degli ETF, suggerisco l'ottimo sito JustETF.

Ora non rimane che differenziare nel tempo
Ma che vuol dire? E perché un investitore non dovrebbe al contrario approfittare dei momenti di crisi, in cui il valore delle azioni è in sconto, per comprare a prezzi più bassi?
Intuitivamente approfittare della riduzione dei prezzi sarebbe un ottima idea, se non fosse che non possiamo prevedere se il mercato continuerà a scendere o riprenderà a salire, e questo vale per chiunque di noi, inclusi i più esperti traders, e noi non siamo tra questi, giusto? 
Di fatto sono pochissimi gli investitori che sono stati sistematicamente in grado di seguire le curve decrescenti del mercato, comprare ai minimi e rivendere quando il mercato risale, sistematicamente. 

Per nostra fortuna non è necessario essere dei fenomeni e cercare di predire gli andamenti di mercato, se l'orizzonte temporale di investimento è lungo abbastanza e se la pianificazione degli investimenti è ricorrente. 
Si veda il grafico sotto che mostra l'andamento dell'indice azionario americano SP500, ove sono quotate le 500 più grandi aziende americane, dal 1983 ad oggi. 
Cosa ci dice questo grafico? Intanto che il trend generale è in crescita. In secondo luogo si vedono le flessioni del 2000 e del 2008, che rappresentano la bolla delle dotcom, e la crisi dei subprime.  l'andamento dei mercati sul lungo termine, cioè 10 o 20 anni, è sempre stato in crescita, quindi possiamo ragionevolmente dire che se si pianifica un investimento di lungo periodo, questo sarà supportato da un trend in crescita. Al netto di grosse crisi finanziarie.



E come mettersi al sicuro da grosse crisi finanziarie? Come evitare di essere lo sfortunato investitore che compra alla vigilia di una crisi (per esempio nel 1999), per trovarsi a perdere il 40% del valore nel giro di 3 anni? La tecnica è l'investimento ricorrente.
Questo consiste nell'investire a cadenza fissa, per esempio mensile, lo stesso ammontare di denaro, indipendentemente dagli andamenti del mercato.
Se il mercato è in crescita, l'effetto sarà quello di accantonare quantità crescenti, a prezzi sempre di piu' alti, a parità di volumi.
Se il mercato è in decrescita, leffetto sarà quello di accantonare quantità crescenti a prezzi sempre minori, diminuendo il prezzo di medio carico (ossia il prezzo medio pagato per tutti i volumi di cui si è in possesso). Questa seconda situazione crea l'opportunità di "comperare a sconto", ossia di prendere vantaggio nei periodi di crisi.
L'investimento ricorrente ha anche un ulteriore vantaggio: evita di cedere alle comuni trappole dell'investitore inesperto, che quando i prezzi crollano subisce l'istinto della fuga dall'investimento, trasformando un'opportunità nella capitalizzazione di una perdita (che può essere anch'essa utile, per fini fiscali).

Chiariti questi aspetti iniziali che definiscono il piano di investimento, si dovrà costruire un "portafoglio" di prodotti su cui investire, che rispecchino i criteri di differenziazione presentati, e che siano consoni alla nostra propensione al rischio; di questo scriverò in un futuro post.

E voi? Siete già investitori o desiderosi di iniziare? Quali strategie di investimento adottate?

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